Recensione su Mercy

/ 20144.817 voti

Una delle tante trasposizioni minori da King / 15 Ottobre 2017 in Mercy

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

George è un ragazzino, orfano di padre, abbastanza particolare. Si ritrova spesso, infatti, a parlare con una misteriosa ragazzina che solo lui può vedere e la cui identità sarà rivelata solo alla fine. Quando Marcy, l’amata nonna materna, è colpita da un ictus, l’intera famiglia composta, oltre che da lui, dalla madre e dal fratello maggiore Buddy, si trasferisce nella sua vecchia casa per accudirla. Strane voci girano sulla nonna e sulla sua famiglia, Marcy abbandonò la chiesa del paese quando seppe di non poter avere figli e il nonno si tolse la vita piantandosi un’ascia in testa poco dopo la nascita “miracolosa” di tre gemelli (un dei quali è la madre di George). George scoprirà, aiutato dal fratello, che la nonna non è la persona che ha sempre pensato di conoscere e amare. Si sussurra di patti demoniaci e di poteri acquisiti che adesso, in prossimità della morte, l’anziana donna non è più in grado di controllare. Adattare un racconto breve e stringato come quello di Stephen King non è facile e, infatti, il lungometraggio aggiunge tutta una serie di elementi, particolari e antefatti a una vicenda che era invece limitata temporalmente a una sola lunga notte. In La nonna, infatti, la storia ha inizio con George lasciato a casa da solo insieme alla nonna morente quando il fratello si frattura una gamba accidentalmente e la madre deve accorrere di corsa in ospedale. Una nonna di cui poco sappiamo e che in lui ha sempre provocato inquietudine (e non amata come nel film), con cui non era mai rimasto solo senza altri parenti in casa, e che a un certo punto “sembra” essere morta. In sostanza il racconto è tutto relegato nelle ultime scene del film, dove però il finale oscuro e sconcertante del racconto è ribaltato in un poco convincente lieto fine. Un ottimo cast nobilita e solleva una sceneggiatura comunque mediocre, anche se tutta la storia poi si regge sulle piccole spalle del protagonista, un convincente Chandler Riggs già visto nella serie televisiva The Walking Dead. Il racconto era già stato in precedenza adattato, molto più fedelmente, per un episodio omonimo della prima stagione di Ai confini della realtà nel 1986 e, in effetti, già di per sé la storia, soprattutto nel fulminante finale, ricordava lo svolgimento di molte delle puntate di quella mitica serie televisiva.

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