Storia di un uomo coraggioso / 23 Settembre 2019 in Menocchio

Questo film racconta le vicende di un povero disgraziato che ha commesso un “peccato” di cui tutti dovremmo macchiarci: avere un pensiero proprio.
Dobbiamo dire che agli occhi dello Stato Pontificio non c’era(non c’è tutt’ora) affronto più grande.
Il povero cristo in questione è Domenico Scandella detto Menocchio, un mugnaio friulano che ha messo in dubbio le “sacre” scritture della Bibbia: dall’immacolata concezione all’eternità dell’anima alle mille ipocrisie della chiesa e per questo processato per eresia. Da quello che ci mostra il film, Menocchio non ha paura di dire la sua neanche davanti il tribunale eretico, anzi, si dimostra impavido, facendo notare alla corte che, tra le varie cose, nella bibbia c’è scritto che il demonio è nella ricchezza e nell’agiatezza, tutti concetti a lui sconosciuti data la sua estrema povertà, ma non a loro clericali, perché «il papa, cardinali, vescovi, sono tanto grandi e ricchi» e perché «tutto è de Chiesa et preti».
Ovviamente viene visto come un’affronto e non racconto altro tanto tutti noi conosciamo bene la fine che facevano gli eretici.

Sono sempre molto contento quando un regista porta sul grande schermo la storia di queste menti incontaminate dalla paura, anzi, mi correggo, contaminate dal coraggio di far valere le proprie idee anche a costo della propria vita. Non dobbiamo mai scordarci che è per il sacrificio di persone come Menocchio o Giordano Bruno o Giulio Cesare Vanini e tanti altri liberi pensatori, trucidati, se oggi siamo liberi, tra le tante cose, di scrivere una recensione senza il rischio di essere arsi vivi.

Dal punto di vista tecnico, Alberto Fasulo, ha fatto davvero un buon lavoro, la regia ed il montaggio riescono molto bene a farci entrare nell’ottica dei giudici, soprattutto durante le fasi degli interrogatori, con dei primissimi piani su delle teste semi-chine e delle facce antiche che scorrono una scena dopo l’altra, e a farci rivivere l’oppressione e le ingiustizie che i nostri compatrioti hanno dovuto subire per secoli.
La sceneggiatura, ipotizzo, sia basata in parte sui verbali delle deposizioni di Menocchio.
Questo film sembra quasi un’opera teatrale, ho avuto l’impressione che gli attori (molto credibili) fossero appositamente semi-inespressivi e che indossassero una maschera (metaforicamente) che servisse a caratterizzarli, come nel teatro greco.
Questa pellicola fa parte del cinema di nicchia. E’ per cinefili, non adatto al grande pubblico in quanto abbastanza carente di vigore e verve e, a tratti, devo ammettere che mi ha annoiato un po’.
Avrei dato un 7,5 ma dato che il sito non lo permette do 8 perché:
– è un film indipendente;
– ci ha mandato un messaggio importante ovvero MAI DIMENTICARE IL PASSATO.
– fotografia e regia azzeccatissimi.

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