Recensione su Men In Black II

Si rivedono i Men in black, anche se l’impressione è che siano tornati più che altro per ragioni commerciali.
Le idee sono poche e non esattamente entusiasmanti: basti considerare la durata del film al netto di titoli di testa e di coda, che non supera di molto l’ora.
Il film è sostanzialmente inguardabile fino a quando non si rivede – grazie a Dio – il buon Tommy Lee Jones, alias agente K, sparaflashato nel primo episodio (o, per i puristi, neuralizzato) e rientrato in servizio dopo una parentesi da postino nella splendida cornice di Cape Cod (Truro, Massachusetts).
K rientra con il suo efficace umorismo british, ma purtroppo questa volta è parte di una commedia davvero poco riuscita.
Senza parlare delle perplessità che desta l’inversione dei ruoli con Will Smith, alias agente J, che lì dentro è diventato – non si sa come – una specie di capo.
Sospiro…
Non esistono più i Men (in black) di una volta…