Loro dov’erano, l’11 settembre? / 12 Settembre 2021 in Memory Box: Echoes of 9/11

Ricordare l’attacco all’America dopo vent’anni sembrerebbe quasi superfluo: abbiamo visto tanto, sappiamo tutto, stiamo ancora pagando. La scommessa, in questi giorni di commemorazione, è che sia rimasto qualcosa di nuovo e importante da raccontare al riguardo.

L’artista Ruth Sergel ha puntato molto su questa scommessa, già dai primi mesi seguenti alla strage, nel 2002 e 2003, per poi riprenderlo quest’anno in vista dell’anniversario. Il suo progetto si chiama “Voices of 9.11 – A People’s Archive” (visibile oggi su hereisnewyorkv911.org) e punta proprio a raccogliere le voci che non hanno trovato spazio nelle notizie, che invece si sono concentrate sulle conseguenze geopolitiche dell’attacco e hanno presto dimenticato le sue vittime dirette.

Sergel ha montato sui luoghi delle stragi (New York, Washington, e Shanksville in Pennsylvania) una stanza di compensato con una telecamera gestibile dall’interno, e invitato le persone colpite dagli attentati a registrare la loro testimonianza. Alcuni degli stessi testimoni di allora sono stati richiamati quest’anno, a vent’anni di distanza.

Il documentario dei registi inglesi David Belton e Bjørn Johnson mostra largamente queste preziose testimonianze, intessendole con i filmati famosi degli attentati, ricostruendo nel dettaglio la cronaca di quei minuti ma lasciandone la voce, forse per la prima volta, ai sopravvissuti.

Non ci sono state molte opportunità in questi venti anni di ascoltare in maniera così coinvolgente e commovente il racconto della mattina dell’11 settembre 2001. Per la prima volta non pensiamo a quella data decisiva dal nostro punto di vista ma da quello di chi, nel cuore del mondo industrializzato, ha vissuto una situazione di guerra che non avrebbe mai potuto immaginare.

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