Medea libra da ogni vincolo / 1 Ottobre 2018 in Medea

Purtroppo devo ammetterlo dove Pasolini aveva fallito Las Von Trier riesce e fa un gran film come sempre. Incredibilmente il lavoro filologico di Pasolini aveva reso l’opera un’insieme colorato d’immagini e con zero patos, unica cosa riuscita era Maria Callas che con la sua personalità rispecchiava perfettamente la Medea forte e artefice del proprio fato. Il regista danese ripulisce la Medea, l’ambienta in un mitico alto medioevo nebbioso (lo gira in terra madre) rendendo Medea non più fiera nel suo agire ma devota alla sua causa. La donna agisce perchè lo deve fare ma è rammaricata, rattrista di ciò che si compirà. E’ tutto grigio, quasi spersonalizzato, bianca è la donna che le ha portato vi Giasone, lei è pura una bambina che passerà dal padre al marito rimanendo infante. Medea invece ha combattuto per Giasone, ha derubato il padre ha ucciso suo fratello, tutto per amore e con la sua pienezza decide di distruggere Giasone e uccidere la sua discendenza facendolo morire per sempre. La scena dell’omicidio dei figli dura un quarto d’ora, prima uccide il più piccolo che si ribella piange, mentre il fratello maggiore l’aiuta e accetta il suo destino, Medea ama i suoi figli ma è costretta a farlo è Trier indugia su queste terribili immagini.
L’uccisione della figlia del re creonte invece, non è mostrata ma giocando su un montaggio alternato ci mostra lei che gioca con i doni che le ha fatto Medea e un cavallo bianco che corre imbizzarrito verso il mare fermadosi (morendo) prima della riva come a simboleggiare una vita interrotta troppo presto e mai stata artefice del suo fato. Un mare che ritorna nel finale con Medea che guarda l’orizzonte pronta a partire perchè lei ha deciso

Leggi tutto