Recensione su I compari

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If a frog had wings, he wouldn’t bump his ass so much, follow me? / 21 Settembre 2013 in I compari

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

“Io non cerco di distruggere le strutture classiche della commedia o del western, ma di rendere tutto più accettabile, ossia di distruggere l’idea del modello.” Con questa frase Altman riassume l’idea del film, abbattere il modello della mitologia western così com’era stato concepito finora da grandi cineasti come Ford o Zinnemann, l’eliminazione di luoghi comuni e d’ogni velleità umana o romantica al fine di fornire allo spettatore un prodotto “nudo e crudo”, dall’impatto immediato (supportato anche dall’ampio uso dell’overlapping, marchio di fabbrica di Altman). Il protagonista, McCabe, non è un uomo tutto d’un pezzo alla John Wayne ma un giocatore-pistolero di ben dubbia reputazione (la quale verrà pian piano sgretolata nel proseguo del film) ; il “sogno americano” si riduce all’apertura nello squallido paesino di Presbyterian Chruch di un bordello che McCabe rifiuta poi stupidamente di vendere, credendo di fare buona impressione sulla compagna d’affari, la prostituta Constance Miller (donna forte e intelligente, a differenza di lui). Il duello finale poi tocca l’apice, di mattina presto tra la neve (nessun mezzogiorno di fuoco qui), privo di qualsiasi stereotipo proprio del mito western, quattro uomini (McCabe e i sicari) che si muovono goffamente tra la neve col principale obiettivo di salvare la pelle, dove McCabe non si fa remore di colpire a tradimento i killer. Alla fine egli morirà ferito a morte in mezzo alla bufera, tra l’indifferenza totale dei paesani (impegnati a spegnere l’incendio nella chiesa) mentre la Miller, presagendo la morte del compagno (col quale era andata a letto sempre a pagamento tranne la sera prima) cercherà di placare il dolore in un’oppieria, con un’ultima zoomata sull’occhio inerme della donna mentre risuona la splendida Winter Lady di Leonard Cohen (“Trav’ling lady stay awhile until the night is over. I’m just a station on your way, I know I’m not your lover.). Un film magnifico dalla notevole fotografia, Altman qui presenta un ritratto quanto mai miserabile e atipico del western, colmo di malinconia e rassegnazione.
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1 commento

  1. schizoidman / 24 Settembre 2013

    Splendido western malinconico diretto da un Robert Altman in autentico stato di grazia. Oltre che per la regia impeccabile, “McCabe & Mrs. Miller” entra nell’empireo del cinema grazie anche alle meravigliose canzoni di Leonard Cohen, che accompagnano magnificamente le immagini del film, splendidamente fotografato da quel genio della fotografia che risponde al nome di Vilmos Zsigmond.

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