Cooper e Palmer, eccellente duetto / 25 Marzo 2015 in Maschere e Pugnali

Generalmente non figura tra i lavori più apprezzati di Lang; una spy story piuttosto quadrata, con personaggi per lo più abbozzati e di corredo al consueto lucido sviluppo della trama (c’è la penna di Ring Lardner jr., valido scrittore americano figlio d’arte), dialoghi e situazioni che talvolta risentono della fabula un po’ ingenua degli anni ’40.
Ma ci sono alcuni elementi, anzi direi proprio finezze, che rendono davvero deliziosa questa pellicola.
Innanzitutto, segnalo le lotte corpo a corpo del cinema di Lang; danze marziali, prive dei tipici rumori, di inusuale impatto drammatico.
Il finale, che si scuote di dosso l’imperativo hollywoodiano dell’happy ending, smarcandosi però allo stesso modo dal tragico; resta sospeso, amaro, ha qualcosa di wyleriano.
La presenza scenica sempre gradevole di Vladimir Sokoloff, con quel suo profilo da vecchio russo e gli occhi di taglio asiatico. Valido anche il ruolino del veterano “cattivo” dei noir Marc Lawrence.
Dulcis in fundo, direi soprattutto l’eccellente duetto al centro della scena: Gary Cooper con la sua studiata micromimica, tutta sopraccigli, girate d’occhi e alzatine di spalle, insieme alla magnifica, dolce e tormentata “cortigiana della Resistenza” Lili Palmer. Un amore forse passeggero, tenero, con incredibili aderenze al reale per i canoni dell’epoca e soprattutto una tensione drammatica tra colpa ed eroismo che viene interpretata splendidamente.

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