Manhattan

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Manhattan

Isaac vive a Manhattan e lavora come autore televisivo: quarantenne, divorziato, è in procinto di scrivere un libro e frequenta una diciassettenne. Ad una mostra, incontra l'amante di un suo caro amico: pur trovandola inizialmente insopportabile, rimane particolarmente impressionato dalla personalità della donna.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Manhattan
Attori principali: Woody Allen, Diane Keaton, Michael Murphy, Mariel Hemingway, Meryl Streep, Anne Byrne Hoffman, Karen Ludwig, Michael O'Donoghue, Gary Weis, Kenny Vance, Tisa Farrow, Damion Sheller, Wallace Shawn, Helen Hanft, Bella Abzug, Victor Truro, Charles Levin, Karen Allen, David Rasche, Mark Linn-Baker, Frances Conroy, Bill Anthony, John Doumanian, Raymond Serra, Tobin Bell, Mostra tutti

Regia: Woody Allen
Sceneggiatura/Autore: Woody Allen, Marshall Brickman
Fotografia: Gordon Willis
Costumi: Albert Wolsky
Produttore: Robert Greenhut, Charles H. Joffe, Jack Rollins
Produzione: Usa
Genere: Drammatico, Commedia, Romantico
Durata: 96 minuti

Dove vedere in streaming Manhattan

Capolavoro! / 15 Gennaio 2020 in Manhattan

Meraviglioso. Splendido. Affascinante.
Woody Allen + Storia + New York + Bianco/Nero + Colonna Sonora + Fotografia + anni 70 + tante altre piccole cose…= Manhattan.
Non dimentichiamo il bellissimo inizio, il cui monologo termina con “New York era la sua città. E lo sarebbe sempre stata”.
Da quel giorno New York è stata anche “la mia cittá” e, anche per me, lo sarà per sempre.
Questo film è l’essenza di tantissimi film, di tante storie raccontate su New York, sul cinema, sull’amore, sulle persone…
Rivederlo ogni tanto mi fa rendere conto di quanto tutto sia cambiato negli anni.
Ed ogni volta mi accorgo che anche io non sono più lo stesso della precedente; ma la cosa bella è che nemmeno questo film lo è, cambia con te, negli anni.
E rivederlo ogni tanto mi affascina. Con dolcezza e nostalgia.
Sarà sempre una pellicola immortale.
Per me il più grande film di Allen.
9.

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Molto bello / 4 Dicembre 2017 in Manhattan

Non ho mai apprezzato molto Woody Allen, in realtà lo ho sempre evitato pensando che il suo tipo di cinema non facesse per me. Vedendo però Manhattan, la cui trama, sulla carta, non mi pareva niente di che, posso dire di essermi ufficialmente ricreduto. La storia vede le vicissitudini sentimentali di Isaac Davis (Woody Allen stesso), un autore televisivo, tra matrimoni falliti, una relazione con una diciassettenne e l’incontro con Mary (Diane Keaton), con la quale nasce un rapporto, che però vede la donna in una situazione delicata, divisa tra Isaac e Yale, il migliore amico di lui… La comicità di Allen esplode in pieno qui, non ho una grande cultura ma penso tranquillamente di poter dire che questo è uno dei suoi film più riusciti, ottimamente recitato e diretto. Interessante anche la scelta di girare il tutto in bianco e nero, dando secondo me più profondità alla storia e ben adattandosi all’ambientazione di New York. Molto bene anche il resto del cast: l’ex moglie di Isaac (che intanto vuol pubblicare un libro sul matrimonio fallito, mi ha ricordato qualcosa, che, dunque, a sua volta citava proprio questo film) è Meryl Streep, mentre Mariel Hemingway è la giovane studente che frequenta il protagonista, Michael Murphy è l’amico Yale e c’è pure una particina per Karen Allen, sicuramente un nome importante per i fans di Indy… Ottimo veramente, devo ampliare la mia conoscenza di questo regista!

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Capolavoro / 18 Settembre 2015 in Manhattan

Il grande Woody Allen con questo film ha segnato la sua carriera. Un mix di comicità, sceneggiatura da oscar e le sue solite inquadrature ben elaborate. Come attore è sempre stato bravissimo, ma la regia di Manhattan è la perfezione.

Solo Allen / 26 Marzo 2015 in Manhattan

Un misto di perfezione, poesia, arte e meraviglia. Tutto conditò con una comicità unica.

Torna a casa, Woody / 22 Ottobre 2013 in Manhattan

Metti una sera da solo in soggiorno, la famigliola stanca già a letto, scorri l’occhio sui dvd perchè alla tv non danno niente di che e il libro l’hai finito ieri sera.
La scritta blu su dorso carta da zucchero, lo skyline di New York. Un vecchio amico di nome Ike e le sue paranoie e idiosincrasie filiformi, il suo humour yiddish.
Tornare al Woody Allen dei tempi d’oro è sempre un’esperienza elettrizzante. E’ riscoprire la magistrale sequenza, a livello di inquadrature, luci ed ombre del dialogo amoroso al Planetarium. E’ rivivere – non semplicemente “riascoltare” – la Rapsodia in Blu di George Gershwin, magicamente, epidermicamente legata alla Grande Mela.
E’ assistere con magnifico sfinimento ai dialoghi cerebrali, caustici, davanti al tavolino di un locale, negli interni di un loft, lungo le strade sovrastate dagli imponenti grattacieli a specchio, bere con avidità ogni singolo twist verbale di questo piccolo genio e dei suoi gagliardissimi compagni di colloqui (la Streep, la Keaton, Michael Murphy).
Nel celeberrimo incipit Allen incide sul marmo la sua innata vocazione metropolitana: “New York era la sua città, e lo sarebbe sempre stata“. Una città in bianco e nero che pulsa dei motivi di Gershwin, affatto realistica ma anzi totalmente e magicamente reinterpretata dal cinema.
Siamo in parecchi a gioire alla notizia che il nostro Woody è tornato “a casa” – dopo una non del tutto convincente parentesi europea – con Fading Gigolò (uscita in Italia primavera 2014), seppure la regia sia nominalmente in mano a Turturro.

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