Manderlay

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Manderlay

Accompagnata dal padre e dalla sua banda di gangster, Grace lascia Dogville e, sulla strada del ritorno, incappa in un crudo episodio di fustigazione di uno schiavo negro da parte dei membri di una tipica famiglia del Sud. Desiderosa di riscatto morale, decide di trattenersi in quel paese di afro-americani, per liberarli dalla schiavitù ed insegnare loro a vivere come una comunità libera e democratica. Le cose non andranno esattamente come previsto e la realtà le porrà di fronte una situazione difficile da gestire.
henricho ha scritto questa trama

Titolo Originale: Manderlay
Attori principali: Bryce Dallas Howard, Isaach De Bankolé, Danny Glover, Willem Dafoe, Michaël Abiteboul, Lauren Bacall, Jean-Marc Barr, Geoffrey Bateman, Virgile Bramly, Ruben Brinkman, Doña Croll, Jeremy Davies, Llewella Gideon, Mona Hammond, Ginny Holder, John Hurt, Emmanuel Idowu, Zeljko Ivanek, Teddy Kempner, Udo Kier, Rik Launspach, Suzette Llewellyn, Charles Maquignon, Joseph Mydell, Javone Prince, Clive Rowe, Chloë Sevigny, Nina Sosanya, Wendy Juel, Seth Mpundu, Derrick Odhiambo-Widell, Alemayehu Wakjira, Fredric Gildea, Andrew Hardiman, Aki Hirvonen, Mikael Johansson, Hans Karlsson, Ian Matthews, Maudo Sey, Erich Silva, Ross Taylor, Eric Voge, Nick Wolf, Mostra tutti

Regia: Lars von Trier
Sceneggiatura/Autore: Lars von Trier
Colonna sonora: Joachim Holbek
Fotografia: Anthony Dod Mantle
Costumi: Manon Rasmussen
Produttore: Vibeke Windeløv, Lene Børglum, Peter Aalbæk Jensen
Produzione: Italia, Danimarca, Francia, Germania, Olanda, Svezia, Gran Bretagna
Genere: Drammatico
Durata: 139 minuti

Dove vedere in streaming Manderlay

Le piccole comunità di Von Trier / 30 Giugno 2014 in Manderlay

La miscela che aveva dato vita a Dogville, viene ripresa da Von Trier per questo lungometraggio del 2005. Non cambiano i protagonisti, cambiano invece gli interpreti (Nicole Kidman è sostituita dalla comunque valida Bryce Dallas Howard) e lo spettatore è di nuovo catapultato in una piccola comunità portatrice di un certo marciume, che viene mostrato a poco a poco.
Se Dogville toccava il tema della diffidenza verso lo straniero, Manderlay punta invece sul concetto universale della libertà umana e sugli effetti collaterali di una democrazia imposta dall’esterno. Rispetto al predecessore, perde un po’ quella sensazione di angoscia e soffocamento a cui lo spettatore era costretto impotente, risultando meno incisivo, ma sicuramente di buona fattura.

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Meglio Dogville / 15 Maggio 2012 in Manderlay

Secondo nella trilogia, questo Manderlay risulta carino, vedibile. Tratta il razzismo e lo schiavismo in America e come proprio per la gente sfruttata e resa schiava sia difficile uscire da quel contesto assurdo e incivile. Ma Dogville risulta a mio avviso molto più bello e intenso. Ma l’icredibilità di questi due film è il fatto che dopo poco anche se inesistente la scenografia appare nella fantasia di chi vede. A dir poco geniale.
Comunque la prima parte risulta anche un po’ noiosa e non particolarmente avvincente. Nella seconda migliora ma non troppo.

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15 Ottobre 2011 in Manderlay

E’ il seguito di “Dogville” e prende le mosse proprio dall’ultima scena del film che va a seguire. Ora Grace arriva in una nuova comunità, costituita da schiavi negri, assoggettati ad una perfida megera ed alla sua famiglia. Con l’aiuto dei gangster del padre si propone di educare ai principi della democrazia quel gruppo di reietti.
La prima parte non sembra brillare troppo, se non per l’ovvio paragone con la realtà politica americana (Grace ed i gangster si ergono a consiglieri della democrazia insegnando ai popoli la via per il viver civile; le armi sono solo una precauzione), ma nella seconda parte viene a galla quell’aspetto sconvolgente che aveva caratterizzato il primno film. La paura della libertà, il timore di non riuscire a capire le regole del nuovo vivere, il pensiero di dover decidere della propria esistenza, il peso della responsabilità..tutti motivi che si incanalano nella comoda schiavizzazione psicologica che quella comunità non vuole abbandonare.
Sicuramente meno cupo del precedente, seppur supportato dalla buona interpretazione di Bryce-Dallas Howard, non raggiunge i livelli di “Dogville”.
Il ruolo di Grace è capovolto rispetto al primo film e l’idea di una scenografia da teatro, seppur allargata, non ha la stessa resa, ma il film non si perde e proprio per i suoi agganci con l’attualità non risulta scadente.

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