10 Recensioni su

Manchester by the Sea

/ 20167.4317 voti

Il voto sarebbe un 6.5 / 18 Agosto 2021 in Manchester by the Sea

Lee Chandler (Casey Affleck) conduce una vita solitaria e riservata a Boston dove lavora come tuttofare in un condominio. Improvvisamente riceve la notizia che il fratello Joe (Kyle Chandler) ha avuto un attacco cardiaco; Lee torna precipitosamente alla sua città natale, Manchester-by-the-sea, dove però non riesce ad arrivare in tempo per vedere il fratello ancora in vita.
Inoltre dovrà fare i conti con il passato e fare da tutore al nipote Patrick (Lucas Hedges).
Personaggio non facile quello di Lee, tormentato dal passato e che spesso si ritrova a sfogare la sua rabbia per un destino avverso. Particolare invece quello di Patrick che subisce poco la morte del padre come se fosse quasi “preparato” all’evento e cerca di tirare avanti la sua vita.
Nel resto del cast Michelle Williams nei panni di Randi, l’ex moglie di Lee, Gretchen Mol è la mamma di Patrick.
Da citare anche Kara Hayward, una delle ragazze di Patrick, già vista in Moonrise Kingdom.

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Devastante / 11 Dicembre 2018 in Manchester by the Sea

Un film devastante, psicologicamente doloroso, che affronta la morte di un familiare raccontadone tutti i trascorsi e tutto ció che ne consegue.
Sto scrivendo con gli occhi ancora lucidi per non perdere questa sensazione, a film finito.
Avendo un fratello, avendo perso mio padre da giovane, forse questo film mi tocca ancor più di altri, ma la perfetta apatia dell’ambiente, la freddezza del protagonista, una colonna sonora toccante, immagini malinconiche, fotografia dalle tristi tonalità rendono questa pellicola affascinante.
Continui flashback aggiungono pezzi al puzzle riempiendo il quadro generale, e dando risposte ai perche dei protagonisti, sulle loro scelte e le loro reazioni.
Non pensavo che facessero ancora film così, che da una storia tragica ma quotidiana potesse venirne fuori un film significativo, sulle scelte della vita, sulle decisioni, sulla responsabilità, sull’amore e sulla morte.
Un bell’8.
Forse meritava l’Oscar per miglior film, molto più di “Moonlight”.

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Malinconia full immersion / 5 Novembre 2018 in Manchester by the Sea

Questo film mi ha completamente spiazzato per la precisione chirurgica con cui è riuscito a raccontare l’intensità del dolore. Paesaggi malinconici dalle tonalità sbiadite del mare e di stradine sconnesse incorniciano una città e una storia intima integrandole perfettamente con una straordinaria fotografia. Meriterebbe anche mezzo voto in più.

L’accettazione dell’inaccettabile / 3 Gennaio 2018 in Manchester by the Sea

Commiserazione esplosiva, apatia autodistruttiva, speranze necessarie è un sali e scendi come fossero le montagne russe e, anche se si fa a gara a chi ha l’espressione più sconfortevole, l’ultimo Lonergan convince occhi, orecchie e cuore.

Catarsi e mimesi / 1 Luglio 2017 in Manchester by the Sea

Una tragedia fuori misura viene qui raccontata in maniera composta, con una regia e con interpretazioni estremamente misurate. Forse è per questo che ne viene fuori un film non solo toccante, ma che ha anche il potere di richiamare alla mente in più di uno spettatore le sue personali tragedie e fallimenti: una catarsi in piena regola.
È anche un film su cui trovo difficile dire qualcosa di più analitico: prova di una trama compatta e senza irregolarità, ma anche forse di un’arte che imita la vita un po’ troppo da vicino.

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Un esordio in medias res / 27 Giugno 2017 in Manchester by the Sea

Un film che non ha né un inizio né una fine, una storia che inizia nel bel mezzo degli eventi e lascia senza fiato. Una vera e propria tragedia greca contemporanea (Sofocle avrebbe approvato); Un film drammatico con la D maiuscola, ma anche una storia piena di speranza. Casey Affleck semplicemente fantastico, il quale, si è cimentato in un ruolo tutt’altro che semplice e ne è uscito vincitore in tutti i sensi, effettivamente il film lo regge praticamente solo lui, un po’ come Will Smith in io sono leggenda, poiché è l’unica interpretazione che mi ha veramente colpito in questo film. Quindi, ricapitolando : ottima regia, eccellente interpretazione di Casey Affleck, sceneggiatura fantastica.

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Zio e nipote protagonisti / 7 Maggio 2017 in Manchester by the Sea

Buon film, vale la pena. L’oscar come miglior attore a Casey Affleck forse eccessivo.

Il dolore interiore / 14 Aprile 2017 in Manchester by the Sea

Lee e il suo passato.
Lee e il suo dolore.
Lee e la sua drammatica storia.
Tutto soffocato dentro di se ma un evento triste lo riporterà a rivivere tutte questi sentimenti drammatici per affrontarli.
Emozioni che toccano nel profondo. Lo spettatore viene catapultato nel passato di Lee e di come possa essere cambiata la sua vita in maniera devastante. Il passato che non può tornare indietro e che ti rimane nell’animo e non ti abbandona. Le scelte della vita sono determinanti in ogni cosa e tutto alla fine si paga, nel bene e nel male. La verità molto spesso non è quella che viene superficialmente vista ma Lee dovrà affrontarla e non più nascondersi.
In film molto intenso dove Casey Affleck ci fa vivere delle emozioni incredibili.
Un gran bel film.
Toccante e intenso.
Imperdibile.
Ad maiora!

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12 Marzo 2017 in Manchester by the Sea

Un film che rappresenta l’impossibilita’ allo sfuggire alle proprie ferite interiori. Cerchiamo ogni giorno di non pensarci e di nasconderle ma loro sono sempre li’, non ci abbandonano mai.
Tornare in un luogo che ha visto la nostra esistenza cadere in pezzi non e’ un modo per rimarginare quelle ferite ma per ampliarle e Lee questo lo sa bene ma cerca di farsi forza e di andare avanti, di trovare un nuovo stimolo a continuare a vivere nel rapporto con il nipote ancora minorenne ma la sofferenza e’ troppo grande da sopportare per il suo cuore distrutto.
Bravissimo Lonergin nel mettere in scena una storia estremamente dolorosa senza cadere nell’inevitabile melodramma, bravo nel riuscire a trasmettere una forza emotiva e un’empatia assoluta con il protagonista, un bravissimo Casey Affleck (meritatissimo il premio Oscar come miglior attore protagonista per quanto mi riguarda), un uomo spezzato in due da un dolore lancinante e trattenuto, un uomo il cui cuore batte ancora ma la sua anima e’ morta per sempre.
Un film amaro e triste ma bellissimo, il migliore tra i candidati all’Oscar come miglior film che ho visto finora.

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Drammatica normalità / 20 Febbraio 2017 in Manchester by the Sea

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Sulla carta, la storia raccontata da Kenneth Lonergan in Manchester By The Sea appare scarsamente originale, ma è proprio la drammatica normalità che la caratterizza a rappresentare il suo grande punto di forza. Per qualche verso, mi ha ricordato i romanzi di Elizabeth Strout che ho apprezzato di più, Olive Kitteridge, soprattutto, e Mi chiamo Lucy Barton.

Il pregio di Lonergan, sceneggiatore e regista del film candidato in entrambe le categorie agli Oscar 2017, è quello di mettere in scena devastanti dolori personali in maniera sì empatica, ma priva di superomistiche caratterizzazioni di personaggi e situazioni.
Saltellando tra presente e passato, il pubblico apprende la triste storia di Lee Chandler (un buon Casey Affleck) e della sua famiglia, una serie di vicende che, con le dovute realistiche proporzioni, hanno occasione di accadere in tutto il mondo.
Ci sono divorzi, malattie, dipartite, vigliaccherie e sensi di colpa: i vari personaggi affrontano dolori e problemi come molti di noi farebbero, senza facili eroismi narrativi, compiendo errori su errori, tentando di sopravvivere a sé stessi, con improvvisi e non ponderati guizzi di (auto) ironia.

Una delle poche occasioni in cui mi pare che Lonergan abbia perso il senso della misura, mostrando come sia semplice scivolare nel patetismo più sfrenato, è la scena in cui la moglie di Lee (Michelle Williams, praticamente condannata a interpretare sempre lo stesso ruolo, quello della giovane donna presa a frustate dalla vita) viene trasferita su un’ambulanza: minuti interminabili, senza un preciso costrutto, dedicati a mostrare una donna che singhiozza e un uomo che non sa dove guardare, nella migliore tradizione del “fazzoletto alla mano”.
Per fortuna, il resto del film è gestito con più polso e, con disarmante semplicità, Lonergan riesce a far fare al suo protagonista scelte difficili, talvolta impopolari ma condivisibili, perché dettate da un lucido senso pratico, e ammissioni difficili benché lineari: “Non ce la faccio”, confessa a mezza voce Lee, in almeno due occasioni, perché a molto si può resistere, ma non alla morte nel cuore.

Bello l’uso delle musiche di Lesley Barber e non (Handel, in primis), “sparate” spesso ad alto volume e capaci, quasi per contrasto, di diventare parte attiva della narrazione.

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