Recensione su Kiki consegne a domicilio

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Tra la crescita e la scoperta del mondo / 13 Dicembre 2013 in Kiki consegne a domicilio

Pellicola dell’89 tratta dall’omonimo romanzo di Eiko Kadono. Giunta inizialmente in Italia nel 2002 e solo recentemente in una versione priva di modifiche e censure (e quindi più fedele alla controparte originale), Majo No Takkyubin, dalle nostre parti Kiki Consegne A Domicilio, è un vero e proprio racconto di formazione, un passaggio dall’infanzia all’età adulta trattato con estrema cura e poetica, marchio di fabbrica consolidato negli anni da parte di Miyazaki e del suo studio. Non a caso questo film ha permesso all’affermato regista giapponese di guadagnarsi un’ulteriore consacrazione, nonostante egli sia già riuscito a farsi apprezzare al grande pubblico grazie alle sue pellicole precedenti (Il Castello Di Cagliostro, Nausicaa Della Valle Del Vento, Laputa, Il Mio Vicino Totoro).
Il film, come già detto, si basa principalmente sul tema della formazione dell’individuo e del suo addio all’età infante. Dall’abbandono del “nido” famigliare, fino allo stabilimento e all’adattamento in un luogo sconosciuto, che inizialmente può risultare anche ostile e spingere l’individuo ad un forte senso di diffidenza nei confronti del “nuovo” mondo circostante. La pellicola non lascia da parte nulla, mantenendo anche uno stile allegro e spensierato, che rende la narrazione leggera e non impegna particolarmente lo spettatore.
Come ha sempre voluto nei suoi film Miyazaki, Kiki è una protagonista decisa, ed in grado di prendere in mano le redini del suo destino nonostante le difficoltà che le si parano davanti. Ma principalmente tutto il cast dei personaggi si presenta molto bene allo spettatore, con una discreta cura dei vari personaggi secondari.
Sotto il punto di vista grafico si parla senza dubbio di un lavoro ottimo. Le scene in cui Kiki osserva il paesaggio dall’alto, a bordo della sua scopa, sono il perfetto pretesto per mostrare tutte le potenzialità dello Studio Ghibli sotto il punto di vista della realizzazione di sfondi e paesaggi, caratteristica che è sempre stata in grado di mettersi in luce nelle numerose pellicole prodotte. Impossibile non apprezzare la bellezza della città immaginaria di Koriko, molto vicina nello stile e nella resa ai grandi centri cittadini dell’Europa.
Ottime anche le musiche, non forse la composizione migliore di Hisaishi, ma sicuramente di buon livello.

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