6 Aprile 2011
Uo dei pochi negli ultimi anni che abbia segnato l’immaginario cinematografico. Sì un film corale, ma con un tema portante unico, guardimo bene che tutte le storie si collegano perchè sono storie di padri e figli (più legami a parte). Stupendo nel nonsene di partenza e in quello finale in cui vi è pessimismo e ottimismo, quei sentimenti miscelati che si sprigionano quando ci rapportiamo alla vita che semplicemente accade e quindi tutto può riservarci.
Dicevo che sono tutte storie incardinate nel rapporto fra padri e figli e le responsabilità degli uni sulle vite degli altri, i rancori, l’impossibilità di perdonare e di smettere di amare. e in effetti quale potere i padri hanno avuto sui loro figli e quale potere hanno avuto questi ultimi sulle loro vite? C’è un senso diffuso di inadeguatezza alle aspettative reciproche, un mondo di desideri irrealizzati che proprio attraverso i figli si esarcebano.
Attorno a questo tema poi ci sono solitudini e bisogni, e quella straordinaria parte riservata alla Jullianne Moore sulle occasioni perdute di una vita, questa volta narrata attraverso un rapporto paritario, quello matrimoniale.
PTA poi torna nell’ambiente dei media, la televisione come veicolo di fama, di denaro, di identità, come dimensione primaria dell’individuo medio moderno.
Cruise colleziona la maggior quantità di film che io non sia mai riuscita a finire, noia galoppante

Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.