Recensione su Magic in the Moonlight

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5 Febbraio 2015

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Stanley fa il prestidirigiripiridirizzatore di successo, di elefanti e altri ammennicoli, a mietere successo in giro per l’Europa di fine anni ‘20. Di quando stava per arrivare il sonoro al cinema, per dire. Travestito da cinese, che alimenta sempre la fantasia. Un amico lo porta incognito in Cote d’Azur (no, oggi niente circonflessi) per smascherare una veggente con la faccia da p… ehm, carina, in treno di turlupinare una ricca famiglia di wanna believe. Sto facendo una gran confusione. Stan si innamora, Sophie si innamora, il precipitare degli eventi quasi lo porta a credere al soprannaturale, il castello di carte cade, da entrambe le parti, con tutto quello che avevano da nascondere e per cui proteggersi. E rimane? Ma l’amore no, al solito e oramai, whatever works. Scopiamo tutti con tutti, whatever. Questa la filosofia alla base della più parte degli ultimi Allen; a valere è il contesto, la decorazione dei caratteri e dei luoghi, su questo canovaccio che non è sempre uguale ma è sempre lo stesso a livello macro. Sembra ogni volta di assistere alla reificazione dei suoi sogni di americano intellettuale anziano ancora cool arrapato. La Francia del sud da percorrere in macchine decappottabili, su strade panoramiche, il sole nei capelli, il vento negli occhi, una squinzia con gli occhioni accanto e il jazz in sottofondo. Tutti ricchi, ogni tanto ti fermi e compaiono provvidenziali osservatori dove fermarsi a per ripararsi, parlarsi e innamorarsi. Ma con leggerezza, mi raccomando. Colin Firth, spesso ottimo nei ruoli snob e alteri, si ferma giusto sul ciglio della macchietta, dando il volto al personaggio che farebbe Allen se non avesse l’età che ha, vecchio, ma meno di quello che è A, piacente ed istruito, una sorta di aristocrazia dell’intelletto nascosta dietro il suo mestiere da saltimbanco, eppure, o per quello, disincantato e cinico, dalla battuta sempre pronta e che non lo freghi, come non crede nell’amore e nei fantabau ma sarà costretto a rimangiarsi tutto. E per forza, ma l’hai vista? Cioè in un paio di parole Woody Allen.

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