Recensione su Mademoiselle

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L’ancella / 2 Gennaio 2017 in Mademoiselle

Dopo aver riletto in chiave vampiresca, con il suo Thirst, il ”Teresa Raquin” di Zola, Park Chan-wook torna nuovamente a ispirarsi a un romanzo ( ”Ladra”, di Sarah Waters ), realizzando, in questo caso, l’ossimoro più elegante che si possa creare tra una rivisitazione e la sua matrice. L’antitesi, creatasi nel contesto, che vede la Corea del Sud degli anni ’30 sovrapporsi alla Londra vittoriana del libro, invece di tradursi in un connubio di paradossi e facili qui pro quo, diviene l’elemento di maggiore interesse, sublimandone il testo.
La potenza visiva di Park Chan-wook, già ammirata in Oldboy, e in altri suoi lavori, è lampante anche in The Handmaiden, la cui veste grafica, tendente al cromatismo, ne risalta gli amplessi, protesi all’eros e alle sue connotazioni intimistiche.
Sesso, amore, violenza, ambiguità, tutto si mescola alla perfezione, giocando anche, e particolarmente, con allegorie hitchcockiane, che vivificano la già brillante sceneggiatura, che non fagocita l’erotismo a favore di una più moraleggiante e bigotta visione.

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