Recensione su Mad Max: Fury Road

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Mad Max Fury Road: goduria e adrenalina / 16 Maggio 2015 in Mad Max: Fury Road

Divertente, adrenalinico, spaccone, chiassoso, visivamente appagante: George Miller riscrive il suo Mad Max e propone una storia quasi inedita rispetto a quella della trilogia che aveva per protagonista Mel Gibson, caricandola senza remore di eccessi strepitosi.
Mad Max: Fury Road entusiasma perché è follia allo stato puro, sia per l’improbabilità di molte soluzioni (si casca da veicoli in corsa senza colpo ferire, tanto per dirne, banalmente, una) che per l’eccesso di creazioni visive sopra le righe (su tutte, il profluvio di veicoli, uno degli indubbi punti di forza del film).
Miller il giapponese, mi viene da dire, perché questo suo lavoro sembra lontano dai “tempi” e dai modi occidentali (nonostante si siano fatti molti lavori di genere action post-apocalittico), è assurdo e roboante come certi anime nipponici, certe pazzie alla Miike, per intenderci, con una varietà di personaggi, peculiarità e caratterizzazioni tipiche non solo dei giochi di ruolo, ma, soprattutto, dell’immaginario tipico di saghe disto-fantasy (?) come (le butto lì) One Piece di Oda Eiichirō o Jojo di Araki Hirohiko.

Benché non esente da pecche a livello narrativo su cui, però, non intendo dilungarmi, perché il divertimento provato è stato tanto e sarebbe quasi ingeneroso soffermarmi su questi aspetti, il film di Miller è un oggetto imperdibile, una vera sospensione della realtà, davvero necessario, per quel che mi riguarda.

Nota: per quanto i suoi dialoghi siano limitati, il doppiaggio di Tom Hardy ad opera di Marco Foschi è penoso. Ma è possibile che, in Italia, non si riesca a doppiare questo attore come si deve? Timi, Foschi, Giannini jr., il pur bravo Fabrizio Pucci… Ce ne fosse uno che si salva. Mah.

2 commenti

  1. Francesco / 16 Maggio 2015

    Mah, il doppiaggio ci stava. Immagino che la scelta di dargli il vocione venisse già dall’originale.

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