Recensione su Machete Kills

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L’artificiale Machete / 8 Aprile 2016 in Machete Kills

Fatico a comprendere la filosofia di questo tipo di film: si tratta di un omaggio ad un certo filone cinematografico (action 70’s con donne discinte realizzato in economia), che, però, si avvale senza remore di un budget di una certa rilevanza (stando a IMDB, 12 milioni di cocuzze, mica cotiche).
Al che mi domando che senso abbia lavorare in totale comodità di mezzi, rendendo inutilmente artificiosi ed artificiali premesse, svolgimento e compimento dell’opera.

Eppure, Rodriguez sa (e pure bene!) quale sia il risultato di un’operazione cinematografica in cui sia necessario ottimizzare gli strumenti e i fondi (limitati) a disposizione.
L’effetto finale di un film come Machete Kills è totalmente ma volutamente posticcio (in maniera ben diversa da Sin City, intendiamoci) e, a parer mio, non ha ragion d’essere: siamo lontani dagli escamotage tecnici a buon mercato visibili in pellicole come Dal tramonto all’alba (basti pensare ai cavi, decisamente visibili, che sostengono gli attori in volo… e lì pare che di milioni di dolla dolla ce ne fossero ben 19, in ballo), omaggio sincero, e in quel caso pienamente riuscito, ad una cinematografia rozza ed eccessiva per costituzione.
Ciò che distingue l’iniziale genuinità della saga del Mariachi, per esempio, dall’operazione Planet Terror/Machete è il dispiegamento volutamente esplicito di mezzi: usare tecnologie digitali sofisticate per realizzare intenzionalmente male una scena mi pare un vezzo, pardon, puerile.

In sostanza, ho guardato il film per divertirmi un po’, ma ammetto di essermi decisamente annoiata. In più, a fine visione, ho cominciato a riflettere su quanto sopra e…

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