The Indian Runner / 17 Febbraio 2011 in Lupo solitario

16-02-2011
Sampdoria-Genoa:0-1
Così, tanto per dire.
Passiamo al film.

Il film è del ’91. Credo che bisogna mettersi gli occhiali di quegli anni per poterlo giudicare senza condannarne facilmente alcune parti.
Penso che faccia parte dei pioneri di tutto un genere. Un genere che racconta l’America nascosta, l’America degli ultimi, l’America dei folli e dei poeti.
Quella degli Sean Penn.(Qui al suo debutto alla regia).
Un America in cui i fantasmi hanno ancora la pellerossa. Una nazione condannata da un peccato originale.
La lenta ed inesorabile caduta negli inferi dell’odio e della follia è rappresentata con lo stile di chi vuole provare a colpire dove può far male.
Vita o morte, non ci sono cazzi. In mezzo poco altro. Non puoi scegliere.
Il sangue della famiglia o quello dei nemici.
Amanti o assassini.
Entrambi disegnati con la stesso tratto.
Calcato, intenso. Ingombrante. Spesso, volutamente fastidioso.
La follia di chi, avendo ragione, rimane soffocato dal suo stesso odio fino a diventarne simbolo.
Ri-creato, da un dio fattosi società, a sua immagine e somiglianza. Dopo molti sputi, dritti in faccia.
Non c’è scampo nè redenzione. Solo goffi quanto patetici tentativi.
Una lenta discesa sui binari maledetti di una società malata.
Solo a luci spente, a sipario quasi calato, i piccoli sussurri di speranza ascoltati durante il film verranno usati e trasfigurati in inno.
Alla vita ma, sopratutto, alla nascita della stessa.

P.S
Valeria Golino, oltre a essere donna dalla voce ineguagliabile e di bellezza universale (tradotto: grandissima gnocca), è attrice dalle caratteristiche per nulla italiane.
Come dire, molto brava e naturale nel ruolo.

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