6 Recensioni su

L'uomo in più

/ 20017.4186 voti

. / 22 Dicembre 2016 in L'uomo in più

Un film recitato benissimo (quando mai Servillo ha recitato malissimo e quanto è sexy poi) ma non ha suscitato in me nessuna empatia con la storia parallela dei due personaggi. La grande bellezza , per quanto mi riguarda , resta l’unico capolavoro di sorrentino e Servillo spa.

“Il pareggio non esiste” / 21 Aprile 2014 in L'uomo in più

La prima pellicola da regista per Sorrentino è una doppia parabola di due uomini che condividono, oltre a nome e cognome identici, anche la minaccia di un destino beffardo e spietato.
Si passa dall’ascesa, con i due protagonisti all’apice delle loro rispettive carriere, il loro affermarsi come “uomini in più” nella vita, passando poi per il declino, con la tragicità di un futuro ignoto e fortemente negativo per loro.
Da segnalare le belle prove dei due volti protagonisti: Andrea Renzi, ma soprattutto Toni Servillo. Promossa con buoni voti anche l’apprezzabile ed originale colonna sonora.

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6 Marzo 2014 in L'uomo in più

Un buon film, semplice e ben confezionato. Due omonimi totalmente diversi (un ex calciatore che aspira al ruolo di allenatore da un lato, un cantante popolare sul viale del tramonto dall’altro) le cui storie, però, sembrano quasi combaciare in certi momenti. Inutile spendere parole sull’interpretazione di Toni Servillo, sempre una marcia in più.

Le idee più forti del budget… / 24 Gennaio 2014 in L'uomo in più

Su suggerimento di un amico di QSNP e dopo la delusione del La grande Bellezza, mi sono avvicinato a quest’opera di Sorrentino, credo il suo primo lungometraggio. Veramente un film godibile a tutto tondo, bello e genuino come di solito solo le opere prime sanno essere, con tutte le difficoltà, i dubbi, i budget limitati… Servillo è superlativo, e man mano che la pellicola si dipana si migliora costantemente, fino al monologo nello studio televisivo, che vale da solo il prezzo del biglietto.
Sorrentino ci offre un lavoro scorrevole, dove poesia e cinismo, amore e sensualità, amicizia e interesse, sono le due facce della stessa medaglia, dove ognuno dei protagonisti è baro e vittima inconsapevole allo stesso tempo. I dialoghi sono semplici, ma non banali, tutto il cast è all’altezza, la fotografia e la scelta dei tagli, convincono appieno. La morale che dal mio punto di vista Sorrentino vuole trasmetterci, è che il mondo è fatto anche degli altri, che ognuno di noi ha dei limiti, ed il troppo egocentrismo spesso ci fa trascurare cose ben più importanti della vita, come l’amore per la propria famiglia, il rispetto verso se stessi e la lealtà verso gli altri.

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18 Gennaio 2014 in L'uomo in più

Film che mi ha colpito in pieno come un violento pugno nello stomaco, un film che mi ha preso e mi ha trascinata via come un fiume in piena, come un vortice, una rappresentazione di Napoli nella sua bellezza e drammaticità, lontana anni luce dai vari stereotipi e pregiudizi che vediamo ogni giorno, due personaggi dalla personalità opposta(Sorrentino si è ispirato per i suoi due personaggi ad Agostino Di Bartolomei, il grande capitano della Roma morto suicida nel lontano 1994 e Franco Califano, il malinconico cantante romano) uniti da un destino simile, atroce, sia nella fama che nella caduta.
E’ un film cinico, così come lo è la vita, così come lo è la società odierna, che non guarda in faccia a nessuno…
Sorrentino non lascia spazio all’ottimismo…alla fine non c’è una redenzione, né per i buoni, né per i cattivi…
Un film crudo, a tratti molto lento, ma di una bellezza quasi traumatizzante e sconvolgente…bellissimo il finale, profondo e poetico di un bellissimo tramonto sul golfo di Napoli.
Bravo Sorrentino, uno dei pochi talenti del nostro cinema.

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25 Giugno 2012 in L'uomo in più

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

E’ doverosa una premessa.
Concorderemo tutti sul fatto che, da diversi anni a questa parte, il cinema italiano sta andando alla deriva, o forse sarebbe addirittura meglio paragonarlo a una barca in secca. Sono pochissimi e perlopiù casi isolati i film nostrani che riescono ad emergere tra un cinepanettone e un’orrida ”commedia” di Brizzi.
Tra tutti quelli che sguazzano ormai da tempo in questa merda (mi verrebbe difficile trovare altre parole con cui definire la situazione), un encomio va sicuramente a Paolo Sorrentino, un regista eccezionale fin dagli esordi, capace di spiccare tra tutti gli altri, tanto da farsi notare da Sean Penn a Cannes, fino a girare un film con lo stesso attore.
Sono degli ottimi risultati per un artista che li merita appieno.
E, parlando di esordi, arriviamo alla recensione de ”L’uomo in più” (2001) con Toni Servillo e Andrea Renzi.
Si parla di due uomini, lavori, scelte di vita, carattere diversi, che condividono lo stesso nome: Antonio Pisapia. Ma c’è dell’altro; entrambi, il primo (Toni Servillo) un noto cantante e il secondo (Andrea Renzi) un calciatore che ambisce al ruolo di portiere, sembrano avere il mondo in tasca, ma vedranno crollare le loro vite in seguito ai fallimenti, nel primo caso determinati dall’arroganza e dalla spavalderia, mentre per ”Antonio calciatore” si tratterà dei sogni, ai quali rimarrà appeso fino al suicidio.
Come non ricordare una delle ultime battute di Tony Pisapia, secondo cui la vita, in fondo in fondo, ”è ‘na strunzata”.
Sarò ripetitivo, lo so, ma è un grande film d’esordio per un grande regista, e il merito è anche della straordinaria interpretazione di Servillo, che sovrasta la scena.

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