10 Recensioni su

L'uomo che verrà

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Il cinema italiano non è morto, è solo ignorato. / 22 Marzo 2017 in L'uomo che verrà

Ennesima perla del cinema italiano che non si incula nessuno perchè non è americano e neppure Checco Zalone.

L’invasione tedesca nella Seconda Guerra Mondiale attraverso gli occhi di una bambina.
Girato in dialetto romagnolo con sottotitoli in italiano, il che immerge subito lo spettatore nell’ambiente rurale della campagna.
Molto intense le scene di sterminio.

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La Resistenza mite / 1 Febbraio 2017 in L'uomo che verrà

Un film delicato e pungente, abbastanza dimenticato, piccolo e fragile come il pargolo della storia, l’orfanello rinato dalle ceneri dell’Italia nazifascista; l’uomo che verrà, appunto. La storia di Martina è quella di una bimba che ha smesso di parlare da quando il suo fratellino è morto, rappresentando con viva efficacia il popolo italiano ammutolito e depredato dalla nera morte della croce uncinata. Il film riporta alla luce l’eccidio di Monte Sole che con quello di Marzabotto rappresenta una delle pagine più tragiche della storia dell’Italia post 8 settembre ’43. Giorgio Diritti attinge alla tradizione cinematografica olmiana, quella del dialetto, delle stalle e dei paesini, della semplicità e durezza rurale, accompagnando la storia con le note leggere eppure cariche di vibrante dolore di Marco Biscarini e Daniele Furlati, e catturando la luce fredda di boschi e vallate emiliane con la splendida fotografia di Roberto Cimatti. Stupenda celebrazione della Resistenza mite italiana, quella fatta da gente semplice che non imbraccia le armi ma continua a vivere e generare coraggiosamente anche quando i venti della Storia minacciano tempesta.

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29 Agosto 2012 in L'uomo che verrà

Il regista è riuscito a fare un film poetico e delicato pur trattando di avvenimenti tra i più crudi che ci possano essere: l’eccidio nazista contro civili inermi a Marzabotto. Dal punto di vista documentaristico l’autore lascia parecchi cenni e sottintesi che ho capito solo grazie al fatto di aver visitato quei luoghi e di averne studiato un po’ le vicende. Tuttavia il messaggio della vita nonostante la barbarie c’è tutto.

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14 Agosto 2012 in L'uomo che verrà

Ogni mia parola è inutile perché questo film è stato già brillantemente recensito. Sono contenta di averlo visto e di aver avuto occasione di approfondire il tema del film ma soprattutto di poter dire che anche in Italia ci sono film che vale la pena di guardare!

Necessario / 21 Ottobre 2011 in L'uomo che verrà

Film molto bello, ben girato, con una ottima fotografia. Davvero una perla rara nel sempre più desolante panorama del cinema italiano.
Ma, quando in un film si vuole ad ogni costo evidenziare il messaggio (in questo caso importante, necessario soprattutto in questi tempi di oltraggioso revisionismo), il rischio è di cadere nel bozzettismo, nel didascalismo, nella retorica spicciola, nel manierismo. Difetti che il regista è riuscito in buona parte, con grande maestria, ad evitare, ma non è probabilmente stato capace di eludere l’altro rischio che incombe su film siffatti: lo scollamento della trama che, dovendosi plasmare, piegare al superiore assioma, può risultare artificiosa, spesso carica di simbolismi, troppo cerebrale.
Ed è proprio questo il caso della storia della bambina protagonista, Martina, che ha smesso di parlare dopo la morte prematura del fratellino e che, nell’Italia arcaica e contadina del tempo, è vista con sospetto dai ragazzini del villaggio, Una storia molto bella (che avrebbe meritato un film a parte) ma che ci “azzecca” poco con il resto della trama, dà l’impressione di essere stata incollata ad arte, facendo perdere al film la genuinità necessaria.

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Una terribile bellezza / 17 Maggio 2011 in L'uomo che verrà

1944: la strage di Marzabotto vista con gli occhi di una bambina di otto anni.
Oserei dire un film perfetto. Racconta un episodio atroce della nostra storia, in un modo garbato e quasi magico, che sa di terra, di radici popolari, di giochi nei prati, ma anche di sacrifici dei nonni e di verità incredibili di fronte alle quali tutti torniamo bambini di otto anni, che non comprendono cosa accade e perché sia possibile.

Si può (anzi si deve) vedere con i figli, ragazzi o bimbi che siano!

Qui http://www.uomocheverra.com/uomocheverra_pressbookITA.pdf la cartella stampa, ben fatta e interessante.

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Un’opera d’arte / 8 Maggio 2011 in L'uomo che verrà

Avrebbe dovuto essere scelto questo film per concorrere all’Oscar, penso che avrebbe vinto. Il film non è il racconto della strage di Monte Sole, o meglio, quella strage è il pretesto del film ma il racconto storico non è l’elemento principale. Questo è un film che dimostra come la guerra – qualsiasi guerra – vista con gli occhi della popolazione civile è assolutamente priva di senso. Un pugno nello stomaco che però non lascia chiuse le porte alla speranza. L’uomo che verrà, quel neonato che sopravvive quasi miracolosamente al massacro, è il simbolo della speranza nell’umanità. Purtroppo, osservando lo stato del mondo in questi primi anni del XXI secolo, viene da domandarsi se l’umanità abbia realmente appreso la lezione e se l’uomo che verrà, oggi che ha quasi 70 anni, ha saputo testimoniare e trasmettere alle nuove generazioni quella speranza e l’orrore per la guerra e per la violenza.
10 stelline, tutte per Giorgio Diritti.

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la normalità del male / 4 Marzo 2011 in L'uomo che verrà

La terra suda nebbia, gli alberi si agghindano di neve e le lucciole danzano nella notte. E’ la terra montana e i suoi boschi che raccolgono la storia di una piccola quotidianeità cadenzata dai raccolti, dall’avvicendarsi delle stagioni, dal passaggio degli uomini. E questi uomini vivono, non c’è altro da dire. Cosa accade nel frattempo è l’irrompre della Storia.
Diritti compie un piccolo capolavoro: ritaglia un racconto corale mai staccandosi dai suoi protagonisti e nello stesso tempo ci dice tutto sulle donne che cercano nuova vita in città; del fascismo che impone regole ai contadini impedendogli di migliorare se stessi, togliendo loro la libertà; ci dice tutto del rapporto degli uomini con gli uomini e con la religione (straordinaria la scena del “nonno” che seppellisce le statue dei santi, morti, muti, impotenti all’eccidio mentre il nipote viene battezzato dal sacerdote del paese caritatevole e coraggioso), ci dice tutto sul male con pochissime parole, siamo ciò che ci hanno insegnato ad essere.
La cornice del film è il mutismo della protagonista segnata dalla morte di un fratellino, un silenzio che assiste alla piccola resitenza agli eventi, alle ruberie, ai bombardamenti, all’arrivo di ragazzoni che inizialmente pagano per gli alimenti e poi portano via tutto, alla morte che si insinua in punta di piedi per poi avvolgere ogni spazio delle case e dei boschi. ED è un mutismo che alla fine si spezza per consolare, cullare, avere cura del bambino che nulla ha visto, come se tutta la desolazione a cui lei ha assistito la porti a cercare di costruire almeno un presente migliore al bambino appena nato (sul futuro…beh!).
Gli attori sono straordinari, bravissimi, i campi lunghissimi sono innamorati dei luoghi, la ferocia non è mai il fine di nessuna inquadratura di un film che racconta una strage e lo fa senza nessuna concessione. Bello, bello anche nel raccontare i tedeschi e i partigiani, gli uni inquadrati nella loro umanità perduta e nelle loro facce da adolescenti soli, gli altri presi dall’ardore della battaglia e dal suo orrore, appena toccati dalla politica.
Da vedere in ogni caso

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Il giorno della memoria / 31 Gennaio 2011 in L'uomo che verrà

La programmazione TV di questi giorni (fortunatamente) ha reso omaggio al giorno della memoria trasmettendo ad esempio domenica sera “l’uomo che verrà”: un buon film.
Inevitabilmente toccante per via della storia trattata (la strage di marzabotto) ha anche una bella fotografia.
Non condivido la scelta di aver fatto parlare in dialetto bolognese gli attori.
Bravissima la bambina protagonista (che vedete in primo piano nella locandina).

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30 Gennaio 2011 in L'uomo che verrà

Molto toccante, un pugno nello stomaco.
Peccato per la prima metà: l’ho trovata troppo didascalica.

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