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L'uomo che non c'era

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L'uomo che non c'era
Regia:

La normalità stravolta / 31 Maggio 2014 in L'uomo che non c'era

Come le tessere del domino, dove con una spintarella la prima finisce irrimediabilmente per buttare giù tutte le altre, così la mediocre vita di Ed Crane si ritroverà stravolta, lentamente, un pezzo alla volta a causa di un evento specifico. Sebbene il tema del riscatto sociale sia una pratica poco originale nel campo cinematografico, i Coen riescono a differenziarsi dalla massa grazie ad una regia personale e curata.
Senza contare che sono molti gli elementi di L’Uomo Che Non C’era accostabili alle altre pellicole della coppia: la stessa voglia di riscatto sociale, ad esempio, sempre inseguita attraverso la ricchezza materiale (sono quasi sempre i soldi la causa e la soluzione delle vicende degli eroi coeniani) è presente anche in lungometraggi come Fargo o Non è Un Paese Per Vecchi.
Sul piano tecnico, il film si impreziosisce di un bianco e nero che sembra strizzare molto l’occhio al genere noir, oltre che di una colonna sonora gradevole e decisamente azzeccata (i brani al pianoforte che accompagnano le grandi riflessioni di Ed si adattano perfettamente per sottolineare il tono tragico delle vicende).
In un cast molto buono nel complesso, spicca un bravissimo Billy Bob Thornton.

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16 Dicembre 2013 in L'uomo che non c'era

Che film strano.
Per tutto il film accadono degli eventi anche tragici ma con sempre una lentezza, una “flemma” che caratterizza tutta la pellicola. Potrebbe risultare anche noioso ma invece da un effetto opposto. Passa il tempo con una velocità inversa alla lentezza dello stesso.
Quando gli eventi ti salvano e poi altri ti condannano.
Un film particolare e francamente molto piacevole da vedere.
Anche questa volta i fratelli Coen hanno colpito e affondato!
Ad maiora!

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13 Dicembre 2013 in L'uomo che non c'era

Un capolavoro assoluto di scrittura cinematografica e regia sulla paura di vivere nell’anonimato. Bellissimo il discorso dell’avvocato sul principio di indeterminatezza di Heisenberg. Billy Bob Thornton straordinario.

Ed Crane, l’uomo che tagliava solo i capelli! / 22 Agosto 2013 in L'uomo che non c'era

Caratterizzato da un limpidissimo bianco e nero, da una regia asciutta e soave e da un’atmosfera lenta e minacciosa, tipica del noir anni quaranta, “L’uomo che non c’era è forse la prova più convincente, matura e sensibile (Il Grande Lebowski è a parte) di Joel ed Ethan Coen, i due geniali fratelli alfieri di un certo cinema americano indipendente, che sfiora solamente le massicce produzioni di Hollywood, superandole però sia nei contenuti che nella qualità. Il film ha una storia semplice come molto, troppo, spesso accade nei film dei Coen, anzi sarebbe più corretto definirla una “non storia”, attravero cui ogni cosa accade per puro caso, la fatalità degli eventi diviene giudice ed arbitro implacabile delle vite e dei destini dei protagonisti, i quali non possono far altro che accettare il cammino di essi. Ed Crane, barbiere sui quaranta, sposato con Doris, lavora nella bottega del fratello di lei, passando le giornate fumando e tagliando i capelli. Imperturbabvile alla vita, passivo e paraticamente muto, Ed aspetta, vivendo ai margini della società, votato all’isolamento interiore ed esteriore, grande osservatore e sognatore, ma mai giudice. Crane coglie al volo un’occasione che sembra irrinunciabile, affidando ad un ambiguo uomo d’affari, il quale cerca un socio per una società di lavanderie a secco, una certa somma di denaro che il nostro ricaverà da un ricatto destinato a Bid Dave, amico di famiglia, nonchè amante di sua moglie Doris. Tutto è compiuto, questa mossa metterà in moto un susseguirsi tragico di eventi che distruggerà ogni cosa. Dimostrando una notevole abilità registica i Coen bros. imbastiscono uno spaccato della tranquilla, ma ipocrita, vita di provincia americana degli anni 50, una società fatta di villette a schiera e barbecue nel giardino, una placida facciata che cela segreti ed orrori di persone normali, ambigue, ambiziose ed estremamente vulnerabili. Ed, silenzioso ed annoiato, si rende conto di aver bisogno di uno scopo per poter continuare ad essere uomo, una svolta per la vita, uno slancio che però sarà fatale, come se la sua entrata in scena, da insignificante comparsa ad attore di punta, fosse inaccettabile o addirittura non programmata. L’effetto domino toccherà tutti, tanto che il barbiere troverà, per breve tempo, uno scopo nelle capacità pianistiche di una audace ragazzina.
Amaro e crudele “L’uomo che non c’era” è un film bellissimo, grande nella sua “piccolezza”, terrificante nel mostrare, debolezze, vizi e le scarse virtù di un’umanità infelice, sognatrice ma incapace di concretizzare, nel quale attori e regia viaggiano a bracetto nelle loro ottime prove.
Ottime e sentite interpretazioni di Billy Bob Thornton, Frances McDormand e del compianto James Gandolfini. Un film imancabile, da vedere.

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29 Dicembre 2012 in L'uomo che non c'era

Ed Crane è un barbiere di Santa Rosa, California, anonimo, triste e senza nessuna prospettiva di vita. Sospetta che la moglie Doris abbia una relazione con un altro uomo e per questo decide di investire 10.000$ per l’inizio di una nuova attività di lavaggio a secco insieme al suo amico Dave, che si scopre essere l’amante della moglie. Dopo l’uccisione di Dave la moglie di Ed si trova ad essere l’indiziata numero uno, e il barbiere si trova incastrato in una situazione senza uscita.

La pellicola rispecchia perfettamente la passione per il cinema noir di Joel Coen, il regista, la vicenda è ambientata nel 1949 e tutto è curato nei minimi dettagli ed elementi come la provincia, il razzismo, le manie dell’epoca, il racket del gioco sono presentati ad arte. Un’ottima sceneggiatura e una magistrale interpretazione di Billy Bob Thornthon, fanno sì che il regista metta a segno un altro bel film, dopo Fratello, dove sei?, probabilmente poco rivolto al grande pubblico, ma meritevole e di grande fascino, valorizzato anche dall’uso del bianco e nero.

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La magia dei Coen / 4 Febbraio 2012 in L'uomo che non c'era

Confesso che dopo diversi consigli di amici, non avevo ancora visto niente diretto dai Coen, sono capitata per caso su questo film e nonostante fosse già iniziato, ne sono rimasta appiccicata, come stregata dalla regia.
Rivisita in modo del tutto originale il genere noir, e mi sono anche sentita interpellata dall’avvocato che tenta di difendere Crane, quando si rivolge alla giuria parlando di Ed come di un tizio qualsiasi, troppo mediocre per commettere un crimine, che ucciderlo significava ‘giustiziare’ la loro vita mediocre… mi è piaciuto per questo gioco sofisticato di rimandi esistenziali, per la scelta di Beethoven come colonna sonora e co-protagonista nel film, per quella di un bianco e nero non scontato… insomma, una vera scoperta e sincero colpo di fulmine 😉

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