20 Dicembre 2012 in Lung fung dau

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Johnnie To è un regista di Hong Kong troppo figo noto (almeno, a me) per quei film di Hong Kong troppo fighi in cui un sacco di cinesi di mafie più o meno varie si sparano tantissimo. Tipo quelli del primo John Woo, per intendersi. E i bossoli vuoti dei proiettili cadono al rallenti, ed esplode la violenza, ecc. Qui si da alla commedia brillante, col chiaro intento di ripetere il modello della commedia americana.
Due tizi superladri son sposati e si amano, ma visto che ltigano sempre sulla spartizione del bottino litigano e divorziano. Però si amano ancora e sempre, ed è tutto un rifuggire e rincorrersi, tra alloggi superlussuosi e yacht, e sottrarsi le prede da sotto il naso l’un l’altra. Anche se obbiettivamente vince sempre il marito, soprattutto alla fine, quando scomparirà, direi morto, lasciando tutto alla moglie. E poi hanno la fisima di andare in Italia. La scena si sposta i Italia e dove sono? A Udine. Ora, con tutto il rispetto. Ma ti pare che due ladri occhiamandorlati abituati al superlusso sfarzoso vanno in Italia e scelgono… Udine? La scelta ha motivi di carattere produttivo, ok, ma mi sembra talmente tanto inverosimile che… non so, non so nemmeno che dire. A Udine? Maddai!
Il succo è che il Johnnie To che fa le commedie a me non piace un granché. Tutto è scintillante e ridanciano, la vita è un grosso e ripetitivo gioco, l’amore esiste tra cascate di diamanti e c’è la nota malinconica finale. Ma ci sono pure un po’ di noia e più inverosimiglianze di un cartone animato, ecco. Che poi, se davvero si amano. Non possono stare insieme, fottersi, e non rompere il cazzo? Valli a capire.

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