Recensione su Amore e guerra

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Boris / 12 Agosto 2017 in Amore e guerra

In Russia, alle porte della guerra tra Napoleone e lo Zar, Boris è un contemplatore in un mondo di lottatori, e invece di lottare come tutti gli altri, lui si preoccupa della morte e della vacuità dell’esistenza, fin da bambino.
La morte minacciosa con la sua falce è più familiare a lui dei suoi fratelli, l’insensatezza del mondo è presentata attraverso la descrizione dei suoi familiari (stranamente il giovane Grigory era più vecchio del vecchio Grigory, nessuno sapeva come era andata..). La sola in grado di comprendere i suoi elaborati discorsi è la cugina Sonja, che ama non ricambiato.
Dopo varie peripezie, guerre, equivoci e esperienze premorte, l’amore trionferà, ma sarà spezzato dal piccolo Napoleone affetto da megalomania e dalla sua autodistruttiva campagna in russia. Amore e Guerra è la parodia più geniale, più completa di Woody Allen, l’apice del suo surrealismo, con ovvi richiami a Guerra e Pace certo, ma condita con quell’arguzia, con quell’intelligenza unica e propria del grande regista. Affiancato dalla bravissima Keaton, Allen confeziona un film la cui comicità arriva a toccare temi elaborati e profondi, quali il tema dell’omicidio, della legge morale e della propria percezione di giusto e sbagliato. Sembrerà poco, ma questo è un tema che Allen la riproporrà in molti dei suoi film migliori, ogni volta sotto una diversa forma.

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