8 Recensioni su

Strade perdute

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Rewatch…. / 17 Ottobre 2021 in Strade perdute

Sono sorpreso da come, di questo film, non ho capito quasi niente eppure mi è piaciuto!
Lynch riesce a affascinare di nuovo con atmosfere cupe e misteriose, molto vicine a Twin Peaks, quasi quanto gli intrecci alla ‘Nolan’.
Non capisco proprio come mi abbia tenuto incollato nonostante minuto dopo minuto entravo in un vortice di confusione!
Grande Lynch!
7/10.

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Deliri in noir / 19 Ottobre 2016 in Strade perdute

Un noir dalla forte componente visionaria, in cui la trama classica del mystery si fonde con distorsioni della psiche e surrealtà da incubo, temi cari a Lynch. Patricia Arquette è una perfetta dark lady, sensuale e perversa (e scusate ma proprio non riesco a trattenermi dal fare un paragone: altro che la Rossellini!!).
Sempre molto efficace nei film di Lynch la scelta della colonna sonora, qui peculiarmente cupa e underground con memorabili titoli di testa (reprise anche in quelli di coda) sulle note della spettrale, magnifica I’m deranged di Bowie.

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I meccanismi della mente umana secondo Lynch / 18 Agosto 2015 in Strade perdute

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Film che sembra svilupparsi come un enorme nastro di Mobius.
Alla prima visione non ci avevo capito granché, ma con un’attenta seconda visione c’è una frase che probabilmente mi ha aperto le porte di una, anche se parziale, comprensione. La frase è di Fred, in risposta ad un agente di polizia che gli chiedeva se possedesse una videocamera:

“non posseggo una videocamera perché preferisco i ricordi alle immagini reali”.

Solo che i ricordi possono essere irreali e contaminati dai desideri.
Ecco quello che abbiamo visto è forse il ricordo, confuso, onirico, pieno di speranze, sogni, rimorsi, rimpianti, proiezioni, fughe dalla realtà di quello che è successo effettivamente: l’uxoricidio per l’infedeltà della moglie. E’ possibile che il tutto si svolga nella mente di Fred un attimo prima dell’esecuzione, come in un famoso racconto di Ambrose Bierce, solo che Lynch descrive probabilmente meglio la labirintica mente di un essere umano.

Alla fine una spiegazione razionale non è discriminante per il godimento in se del film, ma anche solo questa piccola bussola mi fa apprezzare maggiormente Lynch e sua opera che altrimenti mi sembrava fine a se stessa.

Resta da stabilire cosa sia l’inquietante uomo misterioso (l’inconscio del protagonista? Il suo “passeggero oscuro”?), ma forse questo non ha veramente importanza, Lynch sembra aver veramente descritto alcuni meccanismi di quello che la nostra mente è capace di visualizzare.

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Gli oscuri abissi della mente. / 17 Dicembre 2013 in Strade perdute

Guardare un film di David Lynch vuol dire addentrarsi in un tortuoso labirinto umano e onirico, significa in un certo qual modo tentare di accettare una non realtà parallela alla nostra in un contesto (in)compiuto, nel quale non vi sono evidenti punti di riferimento e non vi è logica, come noi siamo abituati ad intenderla. “Lost Highway” (Strade Perdute) è forse, sotto questo punto di vista, uno dei film più esemplari del maestro, nel quale tutto si scmpone e ricompone? in un andirivieni di situazioni e personaggi misteriosi, enigmatici, inquietanti e disperati. Una storia nera, infatti il film può benissimo essere catalogato come un “neo noir “, attraverso la quale Lynch conduce lo spettatore in un viaggio maledetto e senza via d’uscita nei menadri oscuri delle personalità umane. Tentare di incaponirsi nel trovare a tutti i costi un qualsivoglia significato ad una delle ultime pellicole del regista, comprometterebbe, senza dubbio, la visione dell’opera stessa a scapito del piacere personale di assistere ad un cinema purissimo, formato da riprese sublimi e sinistre e da atmosfere buie, tipiche di quei noir anni 40, offuscati dal fumo e popolati di anime dannate e Dark Lady irresistibili e fatali. La storia, o canovaccio che dir si voglia, è il classico specchietto per le allodole per David Lynch, il quale non si cura della linearità, mostrandoci quasi due film, due storie che ne formano una sola, fra attori che si sdoppiano e personaggi che cambiano, mutano in preda alla personale disperazione. I film si apre e si chiude con, forse, l’unica certezza di una storia che non ha nulla di rassicurante, una voce annuncia: “Dick Laurent è morto”. La giostra ha inizio (ma non un’ effettiva fine) e le marionette/attori di Lynch muovono i loro passi nel labirintico tunnel della mente, in un contesto tetro ed impazzito, avvolti nella luminosa oscurità di una Los Angeles più che mai spettrale e teatrale.
Un noir degli anni ’90, atipico per il decennio quale appartiene, ma del quale ne diventa uno dei film più importanti, curiosi e rappresentativi, carico di un espressionismo postmoderno figlio di un autore unico, personale e riconoscibile quale è e sarà sempre David Lynch. Attori convincenti con una Patricia Arquette bellissima Femme Fatale.

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Lynch, nonostante le apparenze, le strade le hai perdute tu…non i personaggi del tuo film. / 28 Agosto 2013 in Strade perdute

Il film in questione è il settimo dell’invidiabile filmografia del regista americano ed è pure il primo che mi ha lasciato sensazioni negative…che non mi ha appassionato.
Inizialmente, devo dire, mi era anche piaciuto…ma è la maniera in cui si è evoluto il resto (gran parte) della pellicola ad avermi colpito negativamente, o meglio, a non avermi colpito affatto.
Già, perché l’intento di questo film è trasmettere forti emozioni creando un’atmosfera intrigante e coinvolgente e anche, diciamocelo, scervellare un po’. Voglio sottolineare il fatto che non ho pregiudizi su questa tipologia di film…
io guardo di tutto e, talvolta, riesco ad apprezzare pellicole “pesanti” ed estremamente psicologiche. Il primo film che ho guardato di Lynch (almeno credo) è stato Mulholland Drive che molti reputano simile per stile e anche per bellezza a questo. In effetti, mi sono subito accorto che era progettato e girato allo stesso modo, però, per me, tra questi due film (Strade Perdute è del 1997 mentre Mulholland Drive è venuto successivamente…di fatto, l’anno di produzione è 2001) non c’è assolutamente paragone ! Cioè…questo può sembrare un paradosso perché sono simili strutturalmente ma io con l’espressione “non c’è paragone intendo che uno è nettamente superiore dell’altro” di fatto (è chiaramente un mio modestissimo parere) Mulholland Drive è nettamente superiore….questa è la mia idea…in contrapposizione a quella di molti altri. Mulholland Drive l’ho amato, si erge su tutti gli altri lungometraggi del regista (almeno tra quelli che ho visto) per maestosità, accuratezza e, soprattutto, per l’atmosfera che si è riuscita a creare e le forti emozioni che trasmette…è sia incantevole che inquietante…ma in giusta misura. Un’opera sensazionale che riesce ad affascinare sotto tutti i punti di vista, in quel film Lynch mete in mostra tutta la sua abilità e il suo genio. È bravissimo nel mescolare superbamente il sogno e la realtà in un coinvolgente mix dall’atmosfera noir..
Anche qui ho notato come egli avesse intenzione di realizzare questo tipo di film ma, nonostante sia un regista intelligente, non riesce proprio a farlo con saggezza e maestria.
Tra i pochi elementi che ho apprezzato, vi sono il personaggio misterioso interpretato da Robert Blake…molto ambiguo…strutturato in maniera tecnicamente ottima.
Ma anche la musica (come al solito inserita in modo sublime) e ovviamente la bellissima Patricia Arquette che interpreta ben due ruoli nel film.
Una cosa che io penso è che, dal momento in cui si decide di realizzare un’opera così complessa come lo può essere Strade Perdute o Mulholland Drive, si deve tener ben presente che esiste una linea immaginaria sottilissima che non deve essere varcata…secondo me è un film banale (anche se questo termine può sembrare strano visto e considerato il genere e il regista). È una banalità nascosta dal fatto che si tratta di un film particolare…già considerando la storia si capisce che è molto molto particolare.
Molti mi dicevano (prima che guardassi questo film) : dato che ti è piaciuto Mulholland Drive sicuramente ti piacerà anche Strade Perdute. Questo un po’ mi fa riflettere (non tanto questo quanto ciò che è accaduto dopo e, cioè, che l’ho visto e non mi ha entusiasmato…non l’ho trovato suggestivo come invece molti altri lo hanno definito)…non è che io mi appassiono al primo film che capita solo perché ha una trama complessa e pretende di parlare di qualcosa…mi sembra che per la prima volta Lynch voglia cercare di dire qualcosa ma che non ci riesca…secondo me il successo che ha avuto il film non è tanto meritato. Mi dispiace parlare così, perché so benissimo che Lynch è un grande regista…ho visto molti suoi film in successione nell’arco di pochi giorni. Mi sono piaciuti tantissimo. Infatti, anche se a volte sembra il contrario, non voglio insinuare nulla su di lui…è uno che ha una concezione molto grande e importante di film (è un pensiero che ho avuto dal primo suo film che ho visto) e , di conseguenza, non ne realizzerebbe mai uno a scopo di ingannare o come moneymaker. Forse qualche volta mentre faceva un film avrà pensato di ingannare i critici o di metterli a dura prova ma mai per far finta che il suo lungometraggio sia ben fatto…non è il tipo…quando fa un film lo fa perché vuole portare a compimento una sua idea…un suo progetto (non ne fa di commerciali, di fatto, ne ha fatti pochi di film e questo a mio parere la dice lunga su di lui).
Il fatto che a volte sembra che io abbia insinuato qualcosa su di lui è dovuto al fatto che esprimere ciò che provo per questo film in modo chiaro mi è molto complicato e quindi a volte le mie parole possono sembrare fuorvianti, sotto questo senso, mi è stato utile specificare che considero Lynch un grande regista che tiene alle sue opere in modo particolare. Per me è difficile fare questa recensione.
Semplicemente (o molto probabilmente no) Strade Perdute non mi è piaciuto perché non l’ho trovato inquietante e, anche le scene più forti come quelli di sesso non mi hanno convinto… violenza e sesso abbondano anche negli altri suoi film proprio perché sono eccitanti e forti allo stesso momento. Per esempio la violenza in Eraserhead e il sesso in Cuore selvaggio secondo me sono inseriti in modo sublime…invece, in questo film, dove dovrebbe essere più appropriato, stona…e questo perché Lynch non riesce a rendere Strade Perdute abbastanza espressivo. Mancano le basi…o forse ci sono solo le basi…francamente non so spiegarlo bene…
ma non perché il film mi ha confuso..niente affatto ! Non riesco a spiegarlo perché mi è difficile…se il film mi avesse confuso allora vorrebbe dire che sarebbe stato un aspetto positivo…invece non mi ha lasciato niente, o meglio, mi ha lasciato poco e me lo ha lasciato male.
So molto bene che questo genere di film possono non piacere ad una prima visione…ma non credo che sia colpa mia se il film non mi è piaciuto…è colpa del film, ecco cosa penso…ed è questo che mi ha spinto a dargli un voto negativo.
Lo rivedrò… ma dubito che una seconda visione possa cambiare radicalmente la mia opinione e questo perché, sebbene generalmente con questo tipo di film si possa facilmente cambiare idea rivedendolo, con Eraserhead e Mulholland Drive (sempre di Lynch) mi è bastata una visione per farmeli piacere.
Per ora ciò che posso dire è che mi è sembrato un mix di scene partorite dalla mente del maestro che però aveva l’idea di fondo da perfezionare…cosa che ha fatto ottimamente successivamente con Mulholland Drive ma, purtroppo basta poco per fallire con questo tipo di film…credo che Lynch abbia varcato quella linea sottile.
È un cocktail dalla mescolatura assai blanda. Fin troppo blanda.

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Inquietante. Davvero tanto inquietante. / 11 Febbraio 2013 in Strade perdute

Film assolutamente “alla Lynch”, disturbante, difficile, lento. Se si ama il genere piacerà molto, altrimenti non potrà che annoiare.

13 Gennaio 2013 in Strade perdute

Esperienza “visiva” dove la trama, il cui andamento ricorda un po’ il nastro di Möbius, passa in secondo piano rispetto alle sensazioni dell’osservatore. Ansiogeno, merita più di un’unica visione che inizialmente può risultare pesante.

7 Ottobre 2011 in Strade perdute

Anche in questo caso secondo me Lynch si rivela per quello che è: un uomo con una porta aperta su una parte del cervello inaccessibile agli altri. Sembra una sviolinata d’autore – e forse un pò lo è – ma ogni volta che guardo un suo film resto abbagliato dalla sua capacità di riportare in immagini le situazioni più oniriche. Guardare un suo film è come (ri)vedere un sogno. C’è chi la mattina si alza con una traccia latente di tutto quello che ha visto e sognato durante la notte e non riesce a mettere insieme due parole per descrivere quello di cui è stato protagonista e c’è chi come Lynch il sogno lo crea. Viene da dentro, dai recessi della sua mente, è intinto delle sue turbe e delle sue pulsioni (l’ossessione per il sesso, la femme fatale, lo sdoppiamento..) ed è un flusso incondizionato, al di sopra della struttura narrativa classica. La trama perde d’importanza, l’importante sono le sensazioni che evoca in ognuno di noi. Non a caso, lui stesso ha sempre affermato che i suoi film non hanno un punto di vista oggettivo ma soggettivo, quello di chi li vede.
In questo “Strade perdute” il personaggio, o meglio i personaggi, si interscambiano in una sorta di ciclo senza fine e sono soggetti alle distorsioni della loro mente più che in altri contesti. La logica è quella ciclica del nastro di Moebius e la realtà è quella filtrata e ricordata dal protagonista e non quella oggettiva di cui è vittima.
Patricia Arquette in duplice versione è una musa ispiratrice!

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