4 Luglio 2012 in Lo straniero - Amare per vivere

Film debole che non riesce a ricreare il mondo interiore del capolavoro omonimo di Camus. Lo scrittore francese aveva costruito tutta l’ambigua, disturbante e allo stesso tempo affascinante amoralità e indifferenza del protagonista su un sottile gioco di equilibri ben mascherati da un linguaggio semplice, ma Visconti, con uno stile meramente descrittivo e didascalico, non riesce a reinventare quella profondità sullo schermo. La mente corre a quello che Bazin chiamava, con un’accezione negativa, “teatro filmato”, anche se qui la fonte è letteraria, ma la fedeltà al testo originale senza la necessaria rielaborazione formale fa pensare a quel tipo di trasposizione mal riuscita. Quello che manca è il cinema. Così la parte migliore risulta essere il finale, che facendosi più parlato riesce a rapire un po’ di fascino al libro, aggiungendoci l’ipnotica voce fuori campo di Mastroianni. Anna Karina sublime come sempre.

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