Lo… crash! / 15 Gennaio 2018 in Lo and Behold - Internet: il futuro è oggi
Partendo dal primo messaggio trasmesso attraverso Arpanet (precursore di Internet), Herzog si pone delle domande su qual è stato e quale sarà l’impatto di Internet, e non solo, sulla società. Chiaramente, non possono esserci risposte per quello che riguarda il futuro, ma solo ipotesi, così come coloro che hanno progettato Arpanet nel 1969, non potevano prevedere tutti gli aspetti negativi, che avrebbe comportato l’invio di quel primo messaggio.
Gli argomenti trattati sono veramente tanti. Alcuni anche, apparentemente, non collegati ad Internet. Cosi come sono tante le persone intervistate. Herzog pone poche domande, li lascia parlare. Indugia con la telecamera, quello che gli interessa veramente, forse, non è quello che dicono, ma quello che non dicono, ciò che traspare dai loro volti.
Tra gli intervistati ci sono i “tecnici”, coloro che hanno creato e sviluppano tecnologia e vedono solo gli aspetti positivi di un futuro dove tutto è tecnologia. Le auto che guidano da sole, i viaggi su Marte, i robot che inesorabilmente prenderanno il posto dell’uomo. Tutti sono sorridenti. Godono mentre raccontano il futuro, ma poi la loro espressione cambia, quando non sono in grado di rispondere a semplici domande, come sulla responsabilità in caso di incidente di un auto non guidata da un uomo, ma da un computer, o cosa succederà quando il sole deciderà di “brillare” più del solito mettendo fuori uso la rete elettrica.
Tra gli intervistati ci sono anche i “delusi” dalla tecnologia. I malati di dipendenza da videogioco, gli “allergici” alle onde elettromagnetiche, costretti a vivere in una delle poche zone americane dove la tecnologia è bandita, o peggio ancora, in una gabbia di Faraday, C’è la famiglia Catsouras, costretta a non usare la rete, per non ricevere e vedere le foto della figlia massacrata in un incidente d’auto, e che reputa Internet l’anticristo.
Il documentario non aggiunge nulla a ciò che già sappiamo, Internet è sicuramente uno strumento prezioso, ma è anche il male? Le domande poste dal regista, spesso in tono ironico, non sempre ottengono una risposta, ma quei silenzi, quegli sguardi, ci permettono di guardare oltre, perchè “c’è sempre un modo diverso di guardare le cose”. L’hacker non sempre sfrutta i bug di sistema, molto spesso utilizza la stupidità umana.