Recensione su Piccole donne

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Infantilismo esasperato / 8 Gennaio 2022 in Piccole donne

Un infantilismo esasperato; episodi strappalacrime; l’eccesso stucchevole di buoni sentimenti, che culmina nella grottesca visione finale di felicità e armonia: Piccole donne di Greta Gerwig è tutto questo. Certo, così è in parte anche la sua fonte; ma davvero non c’era nel libro della Alcott nulla di più interessante cui dare maggiore risalto? Il film accenna a un abbozzo di polemica sul ruolo delle donne in una società ancora patriarcale – un tema su cui la Alcott era in anticipo sui tempi – ma lo fa senza alcun mordente. Forse sarebbe stato più onesto etichettare il film come rivolto a un pubblico non adulto, e risparmiare allo spettatore maggiorenne due ore e un quarto di melensaggini.

Anche cinematograficamente la Gerwig ha poco di interessante da dire: le due linee temporali lungo cui si dipana la vicenda sono spesso difficili da distinguere di primo acchito, rendendo il film un puzzle in cui decifrare minuscoli indizi. Non ho nulla contro queste trovate formali, anzi; ma devono essere eseguite con competenza.

A salvare il film dalla rotta completa ci pensano gli attori protagonisti: Timothée Chalamet si cala nella parte di Laurie con una facilità impressionante, mentre Saoirse Ronan rende credibile il fascino che promana da Jo March – e non solo grazie al suo bel viso.

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