L'industriale

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L'industriale

Torino, tempi di crisi economica. Nicola è il padrone di una fabbrica ereditata dal padre, che entra in crisi soffocata dai debiti e sotto la pressione delle banche che battono cassa. La caparbietà di Nicola lo spinge a cercare di trovare una soluzione alla difficile situazione: spera di poter concludere un accordo con una grande azienda estera ma da una parte i suoi operai vogliono sapere cosa sarà del loro futuro, dall'altra la sua situazione familiare risente delle preoccupazioni lavorative.
Andrea ha scritto questa trama

Titolo Originale: L'industriale
Attori principali: Pierfrancesco Favino, Carolina Crescentini, Eduard Gabia, Elena Di Cioccio, Elisabetta Piccolomini, Andrea Tidona, Mauro Pirovano, Giovanni Bissaca, Roberto Alpi, Francesco Scianna, Steve Della Casa

Regia: Giuliano Montaldo
Sceneggiatura/Autore: Andrea Purgatori, Giuliano Montaldo
Colonna sonora: Andrea Morricone
Fotografia: Arnaldo Catinari
Costumi: Elisabetta Montaldo
Produttore: Angelo Barbagallo
Produzione: Italia
Genere: Drammatico
Durata: 94 minuti

Dove vedere in streaming L'industriale

Non male / 18 Novembre 2015 in L'industriale

Beh devo dire che questo film è una ventata d’aria fresca nel panorama scarno dei film italiani (di questo tipo poi…), Giuliano Montaldo confeziona con stile ed eleganza un film che racconta una storia semplice reale e contemporanea, dove a farla da padrone è la splendida Torino che grazie a una fotografia fantastica viene mostrata in toni cupi come nei migliori film noir! Onestamente si respira la stessa aria nebbiosa che si respira nel romanzo di Sir Artur Conan Doyle “Il mastino dei baskerville”. I due protagonisti : Pierfrancesco Favino perfettamente calato nel ruolo dell’industriale torinese (venuto dal sud) in crisi che non vuole scendere a patti a discapito della sua salute ne ad “umiliarsi” chiedendo soldi a una suocera ricca ed odiosa; Carolina Crescentini sempre ottima credibile ed elegante nel ruolo della moglie ricca di famiglia e trascurata dal marito che ama tantissimo, avvilita dal continuo rifiuto di lui ad accettare il suo aiuto economico che potrebbe significare la fine della crisi monetaria e coniugale tra i due, ma che col passare dei giorni comincia a sciogliersi come neve al sole quando un dolce rumeno comincia a corteggiarla…
La prova attoriale generale anche dei personaggi secondari è di tutto rispetto anche senza nessun acuto particolare.
Se fossi stato io il regista avrei un pochino premuto più sull’acceleratore per quanto riguarda la parte thriller, anche se capisco che questa storia funziona tranquillamente anche senza un goccio di sangue. Il film è un film solido, si lascia seguire tranquillamente, interessa ed appassiona. Mi sento di consigliarlo assolutamente a tutti voi, non ne rimarrete delusi!

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8 Ottobre 2013 in L'industriale

Con un finale diverso il mio voto sarebbe stato più alto.

11 Aprile 2013 in L'industriale

Vorrei portare rispetto a Giuliano Montaldo, perciò farò finta che questo film non sia parte della sua filmografia.

L’intento, ottimo e coraggioso, è quello di portare sullo schermo l’attualità: nessun cineasta in Italia, che io sappia, dacché è iniziata la cosiddetta crisi, ha tentato di descrivere i problemi legati alla gestione delle imprese (grandi o piccole) nel nostro Paese.
L’interessante disquisizione sulla seconda generazione di imprenditori che pare non riesca a tenere a galla l’azienda di famiglia è, inoltre, degna di nota: il confronto coi padri è sovente impari, nonostante l’impegno, e le contingenze storiche non contribuiscono a sanare i disavanzi.

Detto ciò…

La pellicola, inizialmente, sembra procedere nella giusta direzione, ma finisce per sbandare senza spessore verso il melodramma televisivo (e le interpretazioni degli attori sono all’altezza del paragone: Favino non riesce a tenere in piedi la baracca e la Crescentini è davvero imbarazzante), con spunti da fotoromanzo.
Non che la storia d’amore non potesse avere un determinato peso nell’economia del racconto, ma da qui a diventarne il perno, con tali soluzioni narrative, poi… mah: sono rimasta molto perplessa.
Pour parler, una delle perle negative è rappresentata dal parcheggiatore rumeno dai buoni sentimenti che lava le auto con sottofondo di musica classica. Un’altra è l’operaio coi baffi e la moglie tarchiatella. Un’altra ancora è il (palesemente) finto lavoro da architetto di grido della ricca moglie del protagonista… No, va beh, qui trascendo in questioni personali.

La fotografia desaturata, infine, anziché rendere algide le scenografie, le impoverisce e stanca solo la vista: non sono riuscita a considerarla un vezzo estetico pertinente. Insomma, gira a vuoto, come l’intero film, nel complesso.

Quindi… va beh. Vedi l’incipit.

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Buone le premesse ma niente di più / 27 Dicembre 2012 in L'industriale

Le premesse c’erano tutte ma il film è alquanto banale, buono solo il finale e la fotografia questo bianco e nero con pochi colori, che bene fotografa la grigia situazione dei protagonisti !

5 Giugno 2012 in L'industriale

Ottime premesse per un film italiano che punti il focus sul momento di grave crisi economica che colpisce il settore industriale (e non solo).
Se Hollywood sembra a suo agio nel proporre film ben realizzati sul tema della difficoltà economica (Margin Call) e sulla crisi di lavoro (the Company Men), il cinema italiano risponde bene, con un film finanziato in parte dalla regione Piemonte (da qui arriva del buon cinema!) e che verte sulle ore travagliate di un industriale che rischia di dover chiudere la sua azienda.
Se da un certo punto di vista il film mi ha convinto, riportandomi alla mente le atmosfere dei libri di Nesi (l’età dell’Oro, in particolar maniera), dall’altro ho trovato un pò banale la sequenza sentimentale tra la moglie e il garagista rumeno, specialmente per le implicazioni finali.
Splendida fotografia, quasi un bianco e nero (a parte alcuni dettagli), un tono grigiastro che sa di tristezza, che evoca un passato lontano per prendere le distanze dal presente e che trasmette tutto il dramma di un uomo sul baratro.
Buona anche l’interpretazione dei protagonisti, anche se Favino è a tratti iperbolico la Crescentini un pò smunta.
Molto bella la colonna sonora.

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