Recensione su L'illusionista

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31 Agosto 2011

Un illusionista ormai in erba in un periodo in cui i giochi sono svelati dalla conoscenza, dall’innovazione e nulla stupisce più, neppure i bambini ne restano colpiti.
Gli spettacoli in locali e cabaret sono un disastro per il protagonista di questo film d’animazione, ma scopre che esiste ancora qualcuno in grado di restare affascinato dalla sua arte ritrovandosi ad esercitarla in un pub scozzese.
Proprio in questo locale incontra una ragazzina che attratta dai suoi trucchetti decide di seguirlo.
Inizia così una storia fatta di sacrifici rapportati alla maturazione di un’era, alle pubblicità, alla televisione ed alla musica.
La mancanza di parole per l’intera durata del film (ad eccezione di qualcuna di rado) è compensata dalla varia e piacevolissima base musicale.
Le immagini colpiscono l’occhio, come vecchie copertine.
“I maghi non esistono”, ma le emozioni sì

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