Recensione su Li'l Quinquin

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Li'l Quinquin

Il piccolo demiurgo / 23 Giugno 2015 in Li'l Quinquin

La scuola è appena finita e a Boulunnais, un piccolo villaggio affacciato sulla Côte d’Opale, non succede mai niente. I giorni d’estate sono sempre stati monotoni, niente che possa illuminarti la giornata o allargarti l’anima. Non basta certo sdraiarsi sulla spiaggia o sotto un albero a guardare le nuvole o una processione di formiche.
A Quinquin, un ragazzino dal naso da pugile e dall’anima nera, non resta che fantasticare ad occhi aperti, rimodellare la realtà che lo circonda e punire i colpevoli dei piccoli torti subiti, da lui o dalla sua bizzarra famiglia. Il piccolo demiurgo rimodella il suo mondo sonnolento a sua immagine e somiglianza. È un mondo infantile, senza sfumature, bianco o nero, buono o cattivo, popolato da mucche assassine (pazze ovviamente), cadaveri fatti a pezzi, improbabili poliziotti, funerali farseschi. Ed è un mondo semplificato, violento ma sicuramente non noioso.
Il piccolo Quinquin, con la sua inseparabile fidanzatina, osserva da spettatore partecipe la sua creazione. È sempre presente (come potrebbe essere altrimenti), ma ad una certa distanza. Al suo alter ego (il comandante Wan der Weyden), capita l’antifona, alla fine non resta che ridere.
Tutto si può dire di Dumont, nel bene e nel male, tranne che non sia un regista originale e spiazzante. Questa volta ha confezionato una commedia grottesca, visionaria, in cui fa la parodia di se stesso e dei suoi primi, fantastici film.
Non vedevo un film da più di un anno e non ne vedrò per altri dieci. Sono contento, stracontento, di aver scelto questo.
qui il “best of”.

6 commenti

  1. paolodelventosoest / 23 Giugno 2015

    E dunque ogni bene per il tuo buen retiro, @bombus!

  2. hartman / 23 Giugno 2015

    chi si rivede… anche se vedo che sei già pronto per ripartire… dieci anni? cavoli !!!!
    saresti il soggetto ideale per un film 🙂 🙂 🙂
    buona fortuna…

  3. lithops / 23 Giugno 2015

    Ciao @hartman, è bello risentirti.
    Ma dove è finito il sergente maggiore? Come mai Bosch, anche se meraviglioso?
    Un caro saluto

  4. hartman / 23 Giugno 2015

    eheheh il sergente ha messo la testa a posto… o forse no?? 🙂
    e comunque mi riconosci un bosch così, senza battere ciglio… ci mancherai @bombus
    ps: una domanda che si fa sempre per gioco, ma che adesso posso finalmente applicare ad un caso reale:
    che libri si porta uno che parte per così tanto tempo per un’isola deserta???
    sono curioso…

    • lithops / 24 Giugno 2015

      @hartman, Ahah, in quel senso l’avatar è perfetto 🙂
      In effetti i libri fino a qualche anno fa erano un problema, un enorme problema. E un peso. E non bastavano mai. L’unica soluzione era scambiarli con altri viaggiatori. L’unico libro che mi sono sempre portato dietro (e che non ho mai voluto regalare o scambiare) è stato il Grande Sertão di Guimarães Rosa.
      Ora, per fortuna, ho tre ebook reader e quasi 4.000 libri. La maggior parte sono gialli che dimentichi dopo due giorni, ma ho anche libri più “seri” (una buona collezione di letteratura sudamericana da Cortàzar a Rulfo) e tanti libri di etologia e antropologia. E, ovviamente, il Grande Sertão in italiano, portoghese e inglese 🙂

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