Like Crazy

La regia ha fatto centro. Il modo di inquadrare lui, e poi lei, e poi insieme, le mani e i piedi. Sentire il loro vissuto, sapere esattamente perché amare lei, Felicity Jones, sempre in bilico tra il fanciullesco e la maturità di una donna costruita, la distanza e i tentativi di colmare i mesi con nuove compagnie. Il finale poi è tutto e niente, un non-finale consapevole che la vicinanza non è la soluzione a tutti i dubbi e i pensieri.

Questo di Doremus mi ricorda il cinema di Resnais, con quegli sguardi un po’ posati, i particolari del corpo e il pianoforte minimal in sottofondo. Una storia d’amore molto densa, nella quale da subito ci troviamo immersi percependo quella sorta di dannazione amorosa: senza di te muoio, con te soffoco. Strano vedere la Lawrence in un ruolo di secondo piano, molto convincente Felicity Jones. Una nota struggente in più deriva dal vedere il giovane Yelchin dal viso angelico, morto recentemente.

Roba da Sundance, ma di quella perfetta, quella fatta col cuore e tanto realistica.
E’ la semplice e credibile storia di un amore a distanza, con tutti quegli inevitabili problemi ed incomprensioni che in un altro film sarebbero solo accennati, per far vincere infine l’ammmore.
Anton Yelchin e Felicity Jones sono Jacob e Anna, e sono due splendidi interpreti di una storia in cui mi sono immedesimata 100 volte. Una storia agrodolce, ben girata, senza fronzoli e con costumi particolarmente di mio gusto ( e li hanno scelti personalmente gli attori, come anche mobili, libri e suppellettili dei personaggi) e una colonna sonora che mi ha ricordato molto Marie Antoinette della Coppola. Guarda caso il compositore è lo stesso, Dustin O’Halloran.
In 90 min si è costruito un gioiellino di film.

All’inizio è davvero adorabile, una favoletta. Poi, man mano che la trama avanza, la favola inizia ad affacciarsi alla vita vera.
È la storia di un amore che affronta la difficoltà della distanza che cambia ogni cosa… Anche i rapporti più forti iniziano ad allentarsi se non vengono alimentati giorno per giorno.
La fine è realistica ed ovviamente la realtà è sempre amara. Per me, che sono una romantica, è sempre difficile accettare che non ci sia il lieto fine almeno nei film.