7 Recensioni su

Le Nevi del Kilimangiaro

/ 20117.434 voti

necessita un pò di altruismo / 2 Dicembre 2014 in Le Nevi del Kilimangiaro

L’intreccio indipendente di vite vissute nella “lotta” quotidiana, l’amore, la passione il forte senso di umanità che ammanta e svela una reale realtà, trasmette, quasi imponendoci una seppur indiretta auto-riflessione critica, quel desiderio di giustizia sociale che nessuna legge positiva riuscirà mai a sentenziare.Quel labile confine vittima-carnefice è la rappresentazione più onesta di questa realtà, carnefice che nel suo essere vittima “giustifica” il suo operato. Il tutto è ( umanamente ) recuperato da quel slancio di sensibilità e di voglia di riscattare anche per quella parte di male incolpevole.

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Bellissimo! / 13 Marzo 2014 in Le Nevi del Kilimangiaro

Non mi stancherei mai di veder raccontare storie come questa, che personaggi meravigliosi, che storia di coraggio e amore.
Ammirata e commossa. Anche felice.

les pauvres gens, ovvero epopee quotidiane di poveri cristi / 1 Febbraio 2013 in Le Nevi del Kilimangiaro

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Un garbato dramma sociale che mette sul tavolo tematiche attualissime, sviluppandole attraverso scorci di vita quotidiana marsigliese. Ho trovato un po’ scadente il finale per un eccessivo trionfo di buoni sentimenti, comunque la solidità generale non ne risente.
L’aspetto che più mi ha colpito è quello relativo alla posizione sociale che diventa chiave di lettura di molti altri aspetti esistenziali, il tutto in un quadro di confronto intergenerazionale: l’anziano militante sindacalista di modesta estrazione sociale ha fatto le sue battaglie, ha degli ideali che – seppure per un momento vacillanti – ne fanno un uomo fondamentalmente solidale, con forti istanze etiche, condivise dalla sua compagna, e conduce ormai una vita da lui stesso definita “piccolo-borghese”, con tanto di nipotini e barbecue domenicali; il giovane operaio da lui denunciato lo contesta per tutti questi motivi in modo palesemente ingiustificato (stiamo parlando di un bravissimo signore, magari fossero tutti come lui), eppure l’intelligente rappresentazione fa sì che il “colpevole” rimanga agli occhi dello spettatore integro e difendibile, perché obiettivamente è un poveraccio. E’ un disoccupato figlio del terzo millennio: se il giovane quanto il vecchio sono vittime dello stesso meccanismo (la perdita dell’impiego) il primo è però privo di ogni possibile “appoggio”. E’ ben rappresentato il senso di desolazione che lo circonda: non la famiglia come riferimento, non il sindacato (che vede come “responsabile” della sua disgrazia), non una qualche moralità a guidarlo (non esita a ricorrere alla violenza e al furto). Tutto ciò per dire che ci ho visto (forse con fantasia) una rappresentazione calzante, al di là della specificità del caso, delle difficoltà delle generazioni giovani a trovare una collocazione propria e dignitosa nel mondo

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19 Dicembre 2012 in Le Nevi del Kilimangiaro

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Sono andato a vederlo più perché devo andare in quel cinema due volte entro fine anno che per altro, visto che ho i biglietti ridotti ma prepagati. Sala enorme, 4 persone. Michel ha lavorato tutta la vita nei cantieri del porto, facendo anche le lotte sindacaliste, sua moglie Marie Claire fa la badante. Hanno anche figli e nipoti (alla figlia darei anche due colpi), Michel viene licenziato, gli amici gli fanno una festa dove gli regalano soldi e un viaggio. Ma dei banditi irrompono e rubano tutto. (Grazie all’Uomo Ragno) Michel scopre che uno era un giovane operaio che era stato licenziato insieme a lui, lo fa arrestare. Ma poi scopre lo sfondo, il giovane era l’unico ad occuparsi di due fratellini piccoli. Dubbi esistenziali, per che cosa abbiamo combattuto, siamo diventati piccolo borghesi? I due elementi della coppia rischiarano la vita l’uno dell’altra, nell’aiutarsi a compiere le scelte giuste, che saranno alla fine quelle che li faranno rimanere fedeli agli ideali di una vita intera. Lei non perde mai il sorriso, lui tentenna un po’ di più, i giovani, che non hanno vissuto gli anni del si stava meglio quando si stava peggio, faticano a capirli. Ma loro coerenti, scelgono la solidarietà, e finiranno a prendere in casa i due fratellini minori del bandito. Dramma sociale francese, con il porto di Marsiglia all’orizzonte, abbondanti dosi di pastis, solidarietà tra poveri che si trovano a farsi violenza gli uni sugli altri. L’importante è restare nel tracciato di quel percorso etico che, anche nel contesto mutato della globalizzazione e dei licenziamenti, resta ancora valido; e da questo punto di vista Michel e Marie Claire, pur non fornendo soluzioni ai problemi generali, sembrano proprio riuscire nel dare una risposta alle domande su come vada vissuta una vita. Facendo scelte giuste e senza rimpianti.

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5 Novembre 2012 in Le Nevi del Kilimangiaro

Partendo da un argomento molto serio come la perdita del lavoro e le conseguenze , talvolta gravissime , che ciò comporta svolge un tema così attuale e drammatico con un tono incisivo ma nello stesso tempo lieve ed oltremodo delicato senza cadere negli stereotipi e nei luoghi comuni . Mi è piaciuto veramente molto ed ho trovato eccellente tutto il cast nel quale primeggia il bravissimo (e per me sino ad ora sconosciuto ) Jean-Pierre Darroussin oltre che Ariane Ascaride che è anche moglie del bravo regista Robert Guédiguian .
Assolutamente da non perdere (ma sconsigliato ai leghisti…)

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Il valore dei valori / 20 Ottobre 2012 in Le Nevi del Kilimangiaro

Quanto siamo capaci di rimanere fedeli ai valori per i quali abbiamo combattuto, per i quali abbiamo vissuto? Io non lo so ma questo bel film fa riflettere su tante cose ed anche su questo.
Ciò che so è che sulla parola principi io non so più quali accenti mettere correttamente per non farli diventare inesistenti principi azzurri e che i figli non hanno mai memoria delle lotte fatte dai padri per conquistare quei diritti (soprattutto lavorativi e sociali) che consideriamo ovvi e che invece di scontato non hanno nulla.
Guédiguian utilizza i suoi attori feticcio, Jean-Pierre Darroussin (il commissario umano di Miracolo a Le Havre) e Ariane Ascaride (indimenticabile in quel piccolo gioiello che è Le Ricamatrici) per raccontare una normale storia militante a Marsiglia ma anche una storia d’amore, di solidarietà e comprensione anche quando non è più così facile capire chi siano i buoni e se esistano dei veri cattivi.

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Insalata alla nizzarda / 6 Aprile 2012 in Le Nevi del Kilimangiaro

Marsiglia, sempre Marsiglia, sempre gli stessi attori, bene o male sempre gli stessi argomenti. Il cinema di Guédiguian per fortuna non cambia, anzi questo è, per me, il suo film migliore.
Film complesso, articolato: una storia di vita vissuta raccontata magistralmente, dei personaggi autentici; un vero trattato sui nostri tempi tristi, sulla globalizzazione, sulla sconfitta del movimento operaio, sullo scoprirsi reazionari e moralisti nostro malgrado, sull’amore, sullo scontro tra generazioni. Il tutto con tocco lieve, quasi da commedia.
E due attori grandiosi: Ariane Ascaride e Jean-Pierre Darroussin.
Insomma, come una insalata alla nizzarda, che sembra leggera ma ti sazia per un giorno intero.

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