Da una storia vera, il riscatto di alcuni ragazzi delle banlieu / 19 Febbraio 2017 in Una volta nella vita

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Pensavo fosse il solito film su ragazzi “difficili” di scuole di periferia. Ogni anno, soprattutto in Francia. se ne producono diversi: storie di integrazione o di mancanza di essa; classi multietniche con tutti i problemi del caso. Di solito poi arriva un nuovo professore illuminato e dopo vari disavventure riesce a fare colpo nel cuore dei ragazzi.
In effetti il film è anche questo, una classica storia su un gruppo di outsider che ottiene un grande risultato in un concorso nazionale sulla Shoah, ma non per questo meno emozionante e commovente. In più si tratta di una storia vera e uno dei ragazzi di questa classe è il co-sceneggiatore e uno dei protagonisti del film.
Certo fa pensare come nelle scuole francesi si facciano coprire le croci al collo e togliere i veli islamici, mentre in Italia si discute ancora dei crocefissi sui muri. Poi, per quello che ne so, non esiste in Italia qualcosa di simile al “Concours national de la résistance et de la déportation”? Servirebbe.

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