Les carabiniers / 7 Gennaio 2017 in Les carabiniers

“Questo film è una fiaba,un apologo dove il realismo serve a rinforzare l’immaginario,il realismo,non è come sembrano le cose vere,ma come sono veramente le cose”.
Proprio come il teatro brechtiano è un film sulla ruberia naive,sull’uomo come animale selvaggio,il burlesque livido e l’ingiustizia della violenza cieca,les carabiniers denuda l’essenza del fenomeno guerriero,che tocca alla derisione profonda degli esseri verso la regressione allo stadio zero dell’umanità,è la nausea ,il disgusto che diventano monotone e annoianti.L’orrore non significa più orribile, non significa più nulla,soltanto un abbrutimento.Vi è lo stesso abbrutimento sotto l’aspetto tecnico del film:les carabiniers vorrebbe essere del cinema riportato alla sua semplicità originale.Tutto è fatto per dare l’impressione di una pellicola d’attualità derivante dal cinema primitivo.Infatti,le immagini sono mediocri,ma se si entra nel gioco.possiedono una carica emozionale importante.Concretamente,il film ha l’aspetto sbiadito di un 16 mm gonfiato,già duplicato molte volte,danneggiato,e il pallore di un inverno gelido rende l’immagine alquanto sinistra e misteriosa.Il paradosso ,evidentemente è che questa povertà necessita una relativa sofisticazione tecnica,elemento incompreso all’uscita del film,preso per una pellicola “amatoriale” ,girato da tecnici incompetenti.
Les carabiniers è un film dove la guerra è semplicemente stupida,brutta,ignobile,disgustosa e infine piccola.
Realizzato con un piccolissimo bilancio economico ,con attori sconosciuti,in brevissimo tempo.L’idea fu del tutto geniale,coraggiosa,ancora una volta rivoluzionaria,molto sperimentale,ma non compresa dal pubblico a quei tempi,non fu nemmeno un fiasco,fu il nulla.

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