Recensione su Léon

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Léon
Regia:

AUDACE CAPOLAVORO / 18 Maggio 2016 in Léon

Nessun film mi sarà più caro di Léon. Una pellicola davvero interessante, una storia particolare e non convenzionale. Le musiche, ed in particolare la canzone di Sting, sono un vero tocco di classe, così malinconiche e struggenti. Nello spettatore si alternano in maniera progressiva emozioni forti e contrastanti: rabbia, tenerezza, pietà, vendetta. Si può forse parlare di una catarsi? Credo di sì. Ma soffermiamoci sui tre personaggi principali: Matilda, una ragazzina da poco adolescente, quasi una bambina, lasciatasi alle spalle un’esistenza segnata dalla sofferenza, si trova a gestire due uomini adulti a loro modo intrattabili. Uno è Léon, cinico sicario della malavita, l’altro, il cattivo, è Norman Stansfield, uno psicopatico in balìa delle droghe. Le interpretazioni maschili sono davvero notevoli: Jean Reno è alla sua migliore performance cinematografica, poichè alterna momenti di cruda violenza a scene quasi infantili. Emblematica è la presenza sistematica del latte, chiaro riferimento ad un rapporto materno. Gary Oldman veste i panni di un intrigante antagonista, dotato del giusto carisma proprio di ogni cattivo degno di nota. Ma il vero adulto della pellicola è la dolce ma spregiudicata Matilda. A tratti ancora una bambina, nel suo personaggio si coniugano una ferrea volontà di vendetta, una bruciante passione amorosa (la prima, la più importante) ed una tenerezza malinconica che commuove anche il più duro tra gli spettatori. La grandezza del film si incarna proprio nel suo personaggio femminile. Il regista Luc Besson ha intrapreso un sentiero davvero pericoloso decidendo di affidare a Matilda un tale carico di emozioni e complessità. Avrebbe potuto gestire, l’attrice chiamata ad interpretarla, un simile peso? Come avrebbe reagito il pubblico ad una tredicenne che fuma e parla di sesso ed omicidi? Era giusto tutto ciò? Si dice che la fortuna aiuta gli audaci, e Besson è certamente tra questi. Il suo film è un capolavoro. Il più grande dono che il cineasta francese ha fatto al mondo del Cinema è Natalie Portman, così giovane eppure così immensa. E’ lei, vittima fragile del mondo degli adulti, il vero gigante del film.

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