8 Recensioni su

Dio esiste e vive a Bruxelles

/ 20156.9238 voti

finalmente qualcosa di originale / 12 Ottobre 2020 in Dio esiste e vive a Bruxelles

in un mare di copie e reboot vari, apprezzo questi film anche semi sconosciuti ma che provano a proporre qualcosa di diverso. Io spero anche in un sequel !

Dio Belga / 19 Aprile 2020 in Dio esiste e vive a Bruxelles

Film surreale ma simpatico.
Trama originale: la giovane Ea vive a Bruxelles ed ha un rapporto conflittuale con il padre (Benoit Poelvoorde).
Ok, voi direte, dove è la originalità? Beh, il padre è Dio; non intendo che si crede un Dio ma proprio che è Dio in persona, solo un po’ dispotico ed egoista che governa il destino dell’umanità tramite un computer. Un giorno Ea (la brava Pili Groyne) ne ha abbastanza delle angherie del padre, si introduce nello studio e fa a sapere a tutti la propria data di morte.
Inoltre fugge dalla casa per gettarsi nel mondo sconosciuto con l’obiettivo di trovare un narratore e 6 apostoli per denunciare la meschinità paterna.
Come già detto prima film particolare, surreale ma estremamente simpatico; basta dire che tra gli apostoli troviamo anche
un erotomane e un assassino tanto per non trascurare nessuno. Inoltre come narratore (colui che deve scrivere le vicende sue e degli
apostoli) sceglie il primo che incontra, ovvero un barbone. Alcune immagini un po’ poetiche come i sogni di Aurelie e di Victor, c’è anche Catherine Deneuve che trova consolazione dopo essere stata trascurata dal marito.

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particolare…. / 22 Agosto 2017 in Dio esiste e vive a Bruxelles

Non è nè bello nè brutto, ma senza dubbio interessante.
Si ride, si sorride, si riflette.
Una pellicola che a prima vista può sembrare stupida ma nasconde domande e risposte sulla vita e sull’importanza della religione. Da capire.
L’ho consigliato a 4/5 amici ma solo uno m’ha detto “che fico, m’ha fatto riflettere”… tutti gli altri hanno visto una cazz**e.
mah… io un bel 7 glie lo do.

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Se……esiste / 4 Ottobre 2016 in Dio esiste e vive a Bruxelles

Ero intento ad urinare in una toilette di un pub, quando il mio sguardo si pose su una scritta( una delle tante che infarciscano i cessi pubblici) ” Dio esiste, l’ho sentito abbaiare”…
Questa mia digressione è per dire che il film ad un certo punto si è perso in un eco lontano, un guaire in lontananza. Mi aspettavo di più avevo sperato in un Moonrise Kingdom europeo, i presupposti c’erano tutti, invece ahimè no è successo.
Sia chiaro ho sorriso, anzi riso, mi ha fatto riflettere su molte cose, ma non ha saziato il mio gusto cinefilo.
La ragazzina Ea protagonista è molto brava (Pili Groyne) invece questo dio interpretato dal vulcanico Benoît Poelvoorde è stato poco sviluppato. Mi è piaciuta la Catherine Deneuve, quando si dice una grande attrice, che riesce con grande ironia fare un personaggio sopra le righe.

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Un Dio diverso / 11 Maggio 2016 in Dio esiste e vive a Bruxelles

Un film particolarmente geniale e anche molto divertente.
Dio vive sulla terra, a Bruxellles e non è proprio una bella “persona” anzi.
Da qui la storia narrata dalla figlia che non ne può più e prima di scappare di casa (dietro consiglio del fratello Gesù) decide di vendicarsi del padre inviando a tutto il mondo la data di morte a tutti gli esseri umani.
Il mondo si stravolge.
Molto più che una commedia con un finale veramente particolare e inaspettato.
Qui non entra in gioco le religioni ma il senso vero della vita. Il valore di questa, il non sprecarla, il viverla intensamente fino all’ultimo secondo. Il sopravvivere non fa parte del messaggio che vuole inviarci il regista.
Consigliato “vivamente”… 🙂
Ad maiora!

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Potenziale esplosivo in rapido esaurimento / 7 Gennaio 2016 in Dio esiste e vive a Bruxelles

(Cinque stelline e mezza)

Lo spunto è davvero eccellente, mentre lo sviluppo mi è parso logorroico e, in qualche maniera, fine a se stesso, nel suo continuo affastellarsi vagamente sterile di storie curiose che esauriscono abbastanza presto il potenziale esplosivo della traccia, lasciando a numerosi “esperimenti” tecnici (soprattutto legati ai vfx e alla fotografia) l’onere della buona riuscita del film.
Alcune intuizioni grottesche sono davvero degne di nota: i supermercati e il cinema sarebbero stati creati prima di Adamo, l’origine dell’Uomo avrebbe visto la luce in un appartamento di Bruxelles, Dio viene letteralmente partorito -con tanto di finto liquido amniotico e saponoso- da una lavatrice.
Ça va sans dire, la rappresentazione di un Dio misogino, misantropo e privo di attributi divini è tra le cose più caustiche e meglio riuscite, supportata bene dal viso e dalla mimica di Poelvoorde.

Domanda pedante: in cotanto profluvio di inventiva, come mai la faccenda della musica interiore non ha dato luogo ad una sola, grande sinfonia?

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Hai un timer nella tasca / 20 Dicembre 2015 in Dio esiste e vive a Bruxelles

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Questo film belga (dichiarazione di orgogliosa belgicità subito all’inizio dei titoli) mi è sfuggito come un’anguilla per due settimane, prima di prenderlo. Attraverso la voce off di Ea, figlia di Dio, viene raccontato che quest’ultimo vive in un appartamento a Bruxelles, dove piove spesso ma questa non è che una nota mia di colore (grigio), senza uscite e con un computer anni ‘90 tramite cui governa le sorti del mondo. Più che altro divertendosi a piagare l’umanità, lanciando e inventando su di essa varie sfighe per passatempo, alla stregua delle divinità dell’Olimpo greco. L’umanità stessa è stata creata per passatempo, da questo demiurgo che gira in vestaglia e calzini e ciabatte, si sfascia di birra dall’etichetta rossa come ogni belga che si rispetti e tiene moglie innocua e paurosa. Ea, con l’aiuto del fratello JC, già assurto alle cronache del tempo circa un paio di mila anni fa, fugge all’esterno attraverso la lavatrice, dopo aver mandato agli uomini le date della morte di ognuno via sms (non ricorda un po’ Prometeo col fuoco?) e bloccato il pc paterno. Il suo obiettivo è trovare 6 nuovi apostoli, presi a caso, e scrivere le Tout nouveau testament, che sarebbe anche il titolo originale, espressione bruttamente tradotta in IT come Nuovo nuovo testamento. Dio e moglie sono Benoit Poelvoorde, che ne ha fatta di strada da quando stuprava infermiere in C’est arrivé chez de près vous, e Yolande Moreau, praticamente tutti gli attori belgi famosi (dove hanno messo Bouli Lanners? eh?). Tutto il film è giocato sullo sguardo di Ea, la quale è diversa dai suoi apostoli su un doppio registro, in quanto nella maggior parte dei casi bambina vs adulti ma anche divinità vs umanità, e su tutte queste differenze si può svolgere la vicenda. Gli apostoli hanno storie banali ma con sempre una nota di eccentrismo, ce qui est très belge ed è la cifra stilistica di una cinematografia nazionale più che di questo o quell’autore. Le loro storie sono strampalate e strampalatamente stanno insieme, prendendo derive piuttosto scontate e annacquando l’impianto iniziale, basato su un’idea altrettanto strampalata ma originale e coerente, la situazione famigliare di Dio e la domanda su cosa fare della propria vita una volta che se ne conoscesse la scadenza. Accelerazioni di computer grafica verso il finale tinto di rosa, con rischio di derapata nel temibile effetto Al di là dei sogni, brrr.
Dio esiste e viene delocalizzato in Uzbekistan, ultimo contrappasso nella serie di sfighe che ha inventato e che è piacevole vedere ritorcersigli contro.

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Buona intuizione, ma… / 5 Dicembre 2015 in Dio esiste e vive a Bruxelles

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Piacevole commedia fondata su una intuizione estremamente simpatica e d’impatto: Dio esiste e vive a Bruxelles, appunto. Seguiamo le vicende della giovane figlia di Dio che, su consiglio del più celebre fratello, cerca la libertà nel mondo esterno; è il mondo creato da suo padre, un vecchio borioso e facile alla collera in ciabatte e vestaglia lisa, il quale ama presentarsi come il creatore di ogni sfiga (legge di Murphy, anyone?).

Il cammino di scoperta è puntellato dall’incontro con 6 nuovi apostoli, nuovo corollario evangelico per la seconda figlia di Dio. In 6 capitoli diversi, 6 nuovi Vangeli, arriviamo al cospetto di personaggi estremamente ordinari, quotidiani, i quali si raccontano alla bambina, curiosa di scoprire un mondo così familiare eppure così complesso e lontano dalla sua esperienza quotidiana di divina reclusa.

Grande effetto comico ha il costante conflitto fra divino e quotidiano su cui il regista fa leva con estrema abilità, costruendo momenti molto godibili. Controcanto ugualmente efficace è la nota elegiaca, sotterraneamente malinconica, della bambina posta dinanzi ad un mondo dalle insensate e inspiegabili storture.

All’ottima intuizione di base e al sicuro effetto comico di molteplici istanti, battute, quadri, non tiene dietro però una uguale qualità della sceneggiatura, che arranca vistosamente nella seconda parte nel maldestro tentativo di intrecciare le vicende dei 6 nuovi apostoli. Ugualmente poco efficace appare la chiusa, in cui il passaggio del divino dal Maschile al Femminile con le stratificate prerogative di genere (violenza e sadismo da una parte, ingenua dolcezza dall’altra) ha un peso semantico che richiederebbe una adeguata preparazione narrativa, qui assente.

Complessivamente, una commedia vivace, dinamica, spesso intelligente. Beh, non è poco.

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