Film di commiato per Lucione Fulci, il quale lascerà questa terra di lacrime cinque anni più tardi.
Il maestro, da buon terrorista dei generi, confeziona un horror senza una sola stilla di sangue, una vera sfida personale per uno come lui. Un road movie intimista molto personale accomunabile, con le dovute proporzioni, al “settimo sigillo” di Bergman.
Buona l’atmosfera che accompagna per tutto il viaggio il protagonista. C’è una certa tristezza nell’aria, una certa malinconia che rende questo rapporto con la morte particolarmente vivido fino alla fine.
Se si tralasciano le scene di corsa in auto (riciclate e montate alla cazzafà) il film è gradevole e soprattutto sentito.
La citazione che compare alla fine del film è presa dall’apocalisse e leggerla sapendo che si tratta dell’ultimo film di Lucione è una vera mazzata al cuore.
“…quando varcherai le porte del nulla, nessuno ti sarà vicino: solo l’ombra della tua morte…”
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