Le Notti di Cabiria

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Le Notti di Cabiria

Cabiria è una prostituta romana che ha appena conosciuto una cocente delusione d'amore. Dopo una rissa con un'altra donna di strada, decide di adescare nella Roma bene di via Veneto, dove farà la conoscenza del divo del cinema Alberto Lazzari, e della sua immensa villa piena di cani e di solitudine...
paolodelventosoest ha scritto questa trama

Titolo Originale: Le notti di Cabiria
Attori principali: Giulietta Masina, François Périer, Franca Marzi, Amedeo Nazzari, Aldo Silvani, Dorian Gray, Ennio Girolami, Mario Passante, Franco Balducci, Ciccio Barbi, Luciano Bonanni, Leo Catozzo, Mimmo Poli, Dominique Delouche, Franco Fabrizi, Sandro Moretti, Polidor, María Luisa Rolando, Gianni Baghino, Riccardo Fellini, Nino Milano, Sergio Parlato, Christian Tassou, Loretta Capitoli, Edda Evangelista, Ines Ferrari, Lina Ferri, Mostra tutti

Regia: Federico Fellini
Sceneggiatura/Autore: Federico Fellini, Tullio Pinelli, Ennio Flaiano, Pier Paolo Pasolini
Colonna sonora: Nino Rota
Fotografia: Aldo Tonti
Costumi: Piero Gherardi
Produttore: Dino De Laurentiis
Produzione: Francia, Italia
Genere: Drammatico
Durata: 110 minuti

Dove vedere in streaming Le Notti di Cabiria

27 Giugno 2022 in Le Notti di Cabiria

Un film neorealista molto buono e molto ben recitato, con una eco abbastanza forte del co-autore Pasolini, ma comunque alcuni elementi distintivi di Fellini sullo sfondo. Siccome e’ il primo Fellini che riesco a vedere non posso fare confronti con le altre sue opere, forse la critica principale che posso muovere e’ che la componente neorealista qui puo’ aver tolto spazio all’originalita’.

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“All I need is love” / 6 Dicembre 2017 in Le Notti di Cabiria

Il cinema ha la capacità di creare empatia con lo spettatore non solo quando lo trascina in ambienti e tempi dealizzati, creando una sorta di “locus amoenus” in celluloide. Lo stesso processo avviene quando il cinema parla dei nostri sogni e delle nostre delusioni anche attraverso personaggi che sono, in un certo senso, uguali a noi. Con “Le notti di Cabiria” si prova una situazione simile.

Cabiria è una donna che fa il mestiere più antico del mondo, ma si distingue dalle sue colleghe. Si avvicina più ad un clown per come appare e per il suo atteggiamento bonario e festaiolo (e qui le doti attoriali di Giulietta Masina sono eccezzionali). Ma è soprattutto una sognatrice, una donna che spera di poter trovare l’amore vero in un mondo cinico, dove quelli come lei vengono ingannati e poi gettati via senza troppi complimenti oppure, peggio ancora, ridicolizzati ed umiliati.

E in fin dei conti anche noi siamo come Cabiria, anche noi siamo ingenui sognatori che credono in un domani splendido e roseo per poi svegliarci di soprassalto e renderci conto che nulla è cambiato. L’empatia cinematografica è anche questa.

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24 Gennaio 2013 in Le Notti di Cabiria

Maria Ceccarelli, conosciuta come Cabiria, è una prostituta che vive nelle borgate di Roma; donna tenace, linguacciuta e dotata di un grande senso di dignità, eppure fragile e segretamente romantica, ci racconta i volti della Roma anni ’50, tra via Veneto coi suoi vip e i suoi esotici night-club, e le squallide periferie dove gli ultimi vivono sotto terra, nelle umide grotte.
Stupendo carosello notturno, con il superdivo Amedeo Nazzari a rappresentare l’accidiosa inquietudine di chi vive nel lusso, accompagnato alla raffinata e sensuale Dorian Gray emblema degli sbalzi d’umore derivanti dalla cronica depressione. La piccola e tosta Cabiria si intrufola per una notte nella loro reciproca distruzione, e dal buco della serratura assiste alla proiezione di un film drammatico sentimentale; come set, le mura domestiche. Ne uscirà di soppiatto, perdendosi tra notte ed alba nella brulla periferia, la terra che nasconde come una povera madre i suoi figli in grembo; e alla fine, tra le illusioni da varietà, sarà proprio questo popolo di prostitute, magnaccia e suonatori di mambo ad emergere nella vita di Cabiria come l’unica flebile luce in un mondo di tenebra e inganni. Un atto d’accusa che Fellini non risparmia nemmeno all’italica devozione mariana, cogliendo la tragicomicità della deriva superstiziosa di certi pellegrinaggi.
Immortale particina per Aldo Silvani, l’ipnotizzatore; dolce e materna, ma senza eccessi, la giunonica Franca Marzi nel ruolo dell’amica Wanda.

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Fellinesque / 15 Giugno 2012 in Le Notti di Cabiria

Dopo il capolavoro assolouto La strada e l’ottimo Il bidone, Fellini, con sguardo come al solito cinico e critico, continua con la sua rappresentazione della corruttibilità dell’animo umano, specie se contrapposto ad un animo decisamente più bonario e/o sognatore. Cabiria è sempre stata una ragazza povera, anche di famiglia, che per vivere e per mangiare ha deciso di guadagnare vendendo il suo corpo, facendo, cioè, la prostituta. Eppure la ragazza è un eterna sognatrice, non incarna nemmeno minimamente il lavoro che fa: è ancora convinta di poter trovare il vero amore ed è pronta a fidarsi di qualunque persona le prometta questo amore o che le dia la minima speranza di un futuro migliore. Per questo, la maggior parte della gente che incontra, se ne approfitterà, lasciandola con i dubbi sul mondo e soprattutto con l’amaro in bocca. Fellini magnifico, scava all’interno del benpensare comune, fuoriuscendone limpido e soprattutto con una marea di risposte. L’uomo è per natura un approfittatore, che cerca di guadagnare a discapito degli altri, ma soprattutto è un gran vigliacco, perchè cerca di prendersi gioco delle persone più deboli, o più disposte a mettersi in gioco. Il personaggio di Cabiria, è, nella filmografia di Fellini, il personaggio femminile più paradossale: in perenne contrasto con l’amica Wanda, lei sì prostituta di professione, la Cabiria di Fellini è, mentalmente, una bambina che gioca a fare la donna, arrivando all’esasperazione di sè stessa. Nella sua ingenuità, si fa addirittura più nitido il contrasto di questa doppia natura della donna, che vorrebbe vivere in un ruolo da ‘femme fatale’, ma che ha paura di qualunque cosa, ed è facilmente distruttibile. Spietato il ritratto della Roma bene, da parte di Federico Fellini: ciò appare nitido nell’ormai famosissima sequenza dell’ipnotista nel cinema, dove la donna viene umiliata davanti ad un pubblico entusiasta e gongolante dell’ingenuità della donna. Fellini, non risparmia neanche il cinema, nella sua critica sociale. Non a caso, è proprio un divo del cinema, uno che oggi chiameremo vip, a prendersi gioco, in principio della povera prostituta. Con una sceneggiatura firmata, tra gli altri da Flaiano e Pasolini, il film è uno dei vertici cinematografici di Fellini, ha vinto l’Oscar per il miglior film straniero e ancora oggi è considerato uno dei migliori mise en scene della vita in luci e ombre di una prostituta, almeno nel cinema italiano. Inoltre, va ricordato come una delle migliori interpretazioni di Giulietta Masina, moglie e attrice feticcio di Fellini, quando qui, erano nel boom del loro sodalizio artistico. In un bianco e nero abbastanza piacevole, la camera da prese si muove sinuosamente tra le strade di Roma e inquadra soprattutto nella prospettiva, il personaggio principale, scovandone pregi e difetti, sia fisici che psicologici. Ma, nella conclusione del dramma umano, come spesso succede nel cinema di Fellini, si vede un barlume di speranza, alla fine del tunnel della vita di Cabiria, quando lei, decide di deviarsi verso una vita all’apparenza più allegra e spensierata, consona alla sua persona. Le notti di Cabiria, sono, ormai, (in)finite.

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