Recensione su Il favoloso mondo di Amélie

/ 20018.01339 voti

Deludente dalla metà in poi / 18 Settembre 2021 in Il favoloso mondo di Amélie

Mi era piaciuto tanto all’inizio, una fiaba moderna venata di malinconia ma anche di irriverente sarcasmo, un po’ alla Burton, solo che da quando si trasferisce a Parigi per lavorare e poi trova quella scatoletta, Amélie si trasforma in una specie di mostruoso angelo vendicatore che decide, di prepotenza, di aiutare gli altri ficcanasando nelle loro vite e scombinandone altre (vedi quella del povero fruttivendolo, ma anche la lettera falsa spedita alla portinaia o il fatto che a causa sua la tabaccaia si metta con il cliente stalker del bar).
Insomma, di “favoloso” nel mondo di Amélie non ci vedo nulla, se non una fervida immaginazione ma infantile e a tratti disfunzionale, anzi, secondo me lei aveva seri problemi da persona disadattata a causa di un’infanzia difficile e traumatica e una vita passata quasi costantemente in solitudine.
Poteva essere il capolavoro di cui tutti sembrano parlare, invece è venuto fuori un film strambo e un po’ insulso, con una protagonista sopra le righe ma non in senso tanto positivo.
Unica nota di conforto la presenza di Dufayel, il pittore vicino di casa, che ogni tanto gliene canta, giustamente, quattro.

Lascia un commento