Un insolito naufrago nell'inquieto mare d'Oriente

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Un insolito naufrago nell'inquieto mare d'Oriente

Un giorno, Jafaar, pescatore palestinese, ritrova nelle proprie reti nientemeno che un bel maiale di razza vietnamita. Considerato impuro per motivi religiosi, il maiale dovrebbe scomparire immediatamente, ma, dopo un attimo di incertezza, Jafaar tenta di ricavare qualche soldo dalla vendita dell'animale, prima tentando di venderlo ad un funzionario delle Nazioni Unite, poi tentando di farlo riprodurre.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Le Cochon de Gaza
Attori principali: Sasson Gabai, Ulrich Tukur, Baya Belal, Gassan Abbas, Myriam Tekaïa, Khalifa Natour, Lotfi Abdelli, Zohar Wexler

Regia: Sylvain Estibal
Sceneggiatura/Autore: Sylvain Estibal
Colonna sonora: Boogie Balagan
Fotografia: Romain Winding
Costumi: Marie-Joséphine Gracia
Produttore: Benito Mueller, Jean-Philippe Blime, Jeremy Burdek, Franck Chorot, Maya Hariri, Joffrey Hutin, Wolfgang Mueller, Jean-Jacques Neira, Hubert Toint, Gilles Waterkeyn, Nadia Khamlichi, Adrian Politowski
Produzione: Francia, Germania, Belgio
Genere: Commedia
Durata: 98 minuti

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12 Settembre 2014 in Un insolito naufrago nell'inquieto mare d'Oriente

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Le storielle coi palestinesi piccoli e simpatici (è un filone a sé): Jafaar è un pescatore povero in canna (ah ah), una specie di Paperino palestinese, gli va tutto male, oltre al fatto che ha delle sentinelle israeliane sul tetto. Un giorno in barca pesca, d’emblé, un maiale vietnamita. Groink! Capirete come un certo qual stupore sia perlomeno giustificato. Che farne, di questo porco taboo per tutte le religioni del circondario? Prova ad ammazzarlo con un kalashnikov che si fa prestare ma niafà, si mette a vendere il seme del maiale a una israelo-russa di una colonia che alleva maiali per fiutare bombe. Le gag di lui che masturba il maiale. E ammazza quanto è stupido, lui, non il maiale, che mantiene invece un certo aplomb; tutti in realtà sono odiosi, groink, ci sono dei tizi che sono in pratica Hamas e sono insopportabili, e lo mandano a fare il martire. Figurati, Paperino, martire, ci siamo capiti. Ridicolo, come il tono scanzonato del film, sgangherato nella storia, pennelloso (ma che cazz?) nel disegnare degli scorci di quel posticino ammodo che deve essere Gaza City e la vita lì coi muri di proiettili traforati, retorico e pacifista e insensato (ah no, si dice surreale) nel finalone, con degli storpi acrobati sulle stampelle che ciao, non c’entravano un ca**o ma sai quante metafore volendo ci si trova, che insieme celasipoffà e mi hanno risollevato tutto e sarà che mi faccio prendere facile ma anche un filo sniff. O groink, a scelta.

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INSIEME… / 28 Luglio 2014 in Un insolito naufrago nell'inquieto mare d'Oriente

Una commedia purtroppo surreale.
Quanto sarebbe bello se tramite un semplice maiale si riuscisse a capire quanto la guerra tra ebrei e palestinesi sia inutile.
Quanto le religioni siano solo un pretesto per odiare.
E’ solo una favola ma molto bella, divertente e piacevole da vedere.
Solo una favola però…
PACE…
Ad maiora!

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