Recensione su I senza nome

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5 Giugno 2013

Le Cercle Rouge” o “I senza nome” è un film noir diretto da Jean Pierre Melville.
E’ la prima pellicola che vedo del regista, mi ha tenuto incollato sul divano.
Tutto si apre con una frase, una citazione su Buddha. Si dice che egli prese un pezzo di gesso rosso e tracciando un cerchio disse:
Se è scritto che due uomini, anche se non si conoscono, debbano un giorno incontrarsi, può accadere loro qualsiasi cosa e possono seguire strade diverse, ma al giorno stabilito, ineluttabilmente, essi si ritroveranno in questo “CERCHIO ROSSO”. Ecco svelato il titolo.
Il primo tema che emerge nella pellicola è il fatalismo, prima o poi i due personaggi principali (per caso) si incontreranno.
Ci spostiamo a bordo di un treno, poi in una prigione. Da un lato abbiamo Vogel, un Gian Maria Volontè in fuga, evaso da un treno in viaggio, mentre schiva pallottole del Commissario Mattei fra la vegetazione francese; dall’altro Corey, Alain Delon, un prigioniero che sta per essere scarcerato. Due persone così diverse ma così uguali, legate per di più dallo stesso destino. Si incontreranno e stringeranno amicizia, si rispettano l’un l’altro tanto che i due oltre all’amicizia stringeranno un patto.
Corey, nelle scene iniziali del film, ha un dialogo con una guardia all’interno della prigione. Questa rivela come in porto ci sia un affare da miliardi, la rapina del secolo. Si deve svaligiare una gioielleria.
Corey e Vogel ora sono fianco a fianco in questa missione… il punto è, serve un tiratore.
Il migliore sulla piazza è un ex poliziotto, si chiama Jansen (Yves Montand), non è proprio il massimo.
Se la prima impressione è quella che conta, troviamo un uomo vittima di allucinazioni (la popolazione dell’armadio, topi ed animali esotici, lo perseguita o così dice).
La rapina va alla grande, si sentono i ricettatori poiché bisogna piazzare la refurtiva sul mercato, il colpo riesce e si svaligia l’intera gioielleria.
Le scene all’interno del locale sono fantastiche, tutto è sistemato e preparato nei minimi dettagli, il tiratore spara un colpo dal suo fucile di precisione (il proiettile usato viene creato dallo stesso) per azionare un interruttore.
Di pari passo alla rapina vanno le indagini, si perlustra in lungo e in largo il sottobosco criminale parigino, soprattutto i locali e le persone del giro.
Il tranello finale e il modo con cui i protagonisti continuino a sostenersi sono la ciliegina sulla torta.

DonMax

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