2 Settembre 2011 in L'avamposto degli uomini perduti

Non un granché. Sceneggiatura lacunosa, personaggi tagliati con l’accetta e, malgrado la presenza di una star come Gregory Peck e di un principe dei caratteristi come Ward Bond, recitazione ai minimi sindacali. Quello che fa ottenere la sufficienza a questo film è l’ambientazione suggestiva, prevalentemente notturna. Un piccolo reparto di soldati difende un fortino diroccato che fronteggia una parete rocciosa divisa da una fenditura, dietro la quale si percepisce la presenza minacciosa degli indiani. Il film ne guadagna un’atmosfera vagamente horror che lo distingue dagli altri mille western dell’epoca.

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