Last Days

/ 20055.7131 voti
Last Days

Blake, ispirato alla figura di Kurt Cobain, è il leader di una rock band di grande fama. Il film racconta gli ultimi giorni, solitari e malinconici, della sua vita.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Last Days
Attori principali: Michael Pitt, Lukas Haas, Asia Argento, Scott Patrick Green, Nicole Vicius, Ricky Jay, Ryan Orion, Harmony Korine, Kim Gordon, Adam Friberg, Andy Friberg, Thadeus A. Thomas, Chip Marks, Kurt Loder, Michael Azerrad, Chris Monlux, Jack Gibson, Gus Van Sant, Dawnn Pavlonnis, Giovanni Morassutti, Mostra tutti

Regia: Gus Van Sant
Sceneggiatura/Autore: Gus Van Sant
Colonna sonora: Rodrigo Lopresti
Fotografia: Harris Savides
Costumi: Michelle Matland
Produttore: Dany Wolf
Produzione: Usa
Genere: Drammatico, Musica
Durata: 97 minuti

Dove vedere in streaming Last Days

Mi rifiuto / 28 Settembre 2014 in Last Days

io odio michael pitt e con Kurt Cobain sono cresciuta. mi rifiuto veramente. un applauso a chi ha dato il ruolo a quest’attore un applauso. Povero Kurt merita molto di più.

All apologies. / 5 Aprile 2014 in Last Days

(Appunti sparsi)

Gli eventi ricorrono, si ripetono svelando dettagli sconosciuti ad un primo sguardo, a quelli appresi attraverso un solo punto di vista: ciò che resta costante e che si amplifica, nonostante e grazie alle diverse prospettive, sono la confusione personale e l’instabilità fisica di un ragazzo che sembra una solitaria cellula impazzita anche quando si trova in un ambiente affollato.

Solo i suoni, in questa storia, hanno dei caratteri formalmente definiti: pur strozzata, sgualcita, spezzata, sporca, cacofonica (il suono del pendolo diventa ottenebrante melodia; il trillo del telefono, il suono del campanello, preciso, modulato ed insistente, richiama alla concretezza delle cose), ottenuta in maniera apparentemente naïf (vedi la scena con Blake polistrumentista) la musica è fondante, aliena con sofferenza ma, contemporaneamente, permette di percepire ancora un minimo contatto con la realtà e, parimenti, di aprire mente e corpo a nuove forme di percezione (le porte di Blake, William Blake, però), è un bisogno quasi fisico, sicuramente meglio gestito e più soddisfacente di quelli organici (il cibo è un gioco infantile, il sesso non ha più alcuna attrattiva, il sonno giunge improvviso e distrugge).
Il rumore che, realmente, disturba è la canzone dei Boyz II Men che arriva dal televisore (non a caso, Blake arranca verso il muro e si addormenta): falsa prosopopea di amori di plastica.

La grande (splendida) villa, ricca di oggetti curiosi celati in stanze livide e gelate, che, lentamente, perde pezzi di sé, si esfolia silenziosamente, senza clamori, senza schianti, è letterale proiezione di Blake/Kurt, specchio della sua psiche e del suo corpo.

Bella la fotografia fredda e patinata del compianto Harris Savides che ben si sposa con i movimenti di macchina politi, cesellati di Van Sant.
Michael Pitt è un’ottima incarnazione di Cobain e Van Sant sfrutta alcuni dettagli per sottolineare la buona mimesi ottenuta: pur non avendo fattezze facciali simili (Pitt ha un mento rotondo, laddove Kurt lo aveva sfuggente; le sue labbra sono infantili e carnose, Cobain aveva una bocca sottile, una specie di ferita malinconica), i suoi movimenti stonati, l’atteggiamento generale, la postura ricordano decisamente il modello originale.

Il corpo di Blake avanza per inerzia: tutto è deciso, non c’è appello. Deve solo esaurirsi la batteria.
E, come un fantoccio dimenticato, ecco il suo corpo, disteso nel capanno.

Leggi tutto

13 Gennaio 2013 in Last Days

Delicato e spettrale ritratto degli ultimi giorni di vita di una rockstar liberamente ispirata a Kurt Cobain. Belle immagini, atmosfera e silenzi per trasmettere l’incomunicabilità di un uomo mediante una pellicola estremamente poetica.

Gli ultimi giorni / 21 Agosto 2012 in Last Days

Film ingiustamente sottovalutato. Ottima la fotografia, ottime le interpretazioni. Bellissimo l’incipit con un Blake/Kurt estraniato dal mondo e alla ricerca di una purezza quasi ancestrale. Tenerissima la scena con Kim Gordon. Il film ha oggettivamente un ritmo molto lento ma è funzionale al risultato finale e per il senso complessivo del film. Non è certamente un film hollywoodiano ma è più una poesia silenziosamente rassegnata. Intelligente la scelta di far “farfugliare” il protagonista più che farlo “recitare” (l’unico vero dialogo è quello con l’amica Kim Gordon; scelta non casuale). Consigliato a gente non superficiale, sconsigliato a chi si aspetta il classico film/biografia sulla rockstar.

Leggi tutto

28 Giugno 2012 in Last Days

Sono rimasta molto delusa da questo film. Soprattutto dalla parte iniziale dove ci sono un sacco di minuti dove non ce dialogo se non due parole. L’unica cosa positiva e che l’attore scelto e abbastanza somigliante a Cobain.

inserisci nuova citazione

Non ci sono citazioni.