Recensione su L'armata delle tenebre

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L'armata delle tenebre
Regia:

”Groovy!” / 22 Marzo 2018 in L'armata delle tenebre

Raramente, nel panorama orrifico, una pellicola, anzi, un vero e proprio unicum artistico intrecciato e intessuto in ogni sua parte ( Evil Dead ed Evil Dead II ), riesce a resistere nel tempo ( venticinque anni ) senza mai perdere il suo spirito, e soprattutto la sua identità; perché quando si parla di Army Of Darkness, non si può che pensare a un cult, a un classico unico nel suo genere, dove humor, splatter e gore, riscrivono i loro stilemi, in una cornice falotica e stravagante.
Come sempre alla regia Sam Raimi, e alla produzione Rob Tapert, entità quasi mai distinte, uniche.
Protagonista l’attore feticcio Bruce Campbell; mimica, gestualità ed espressione al servizio di un personaggio, Ash Williams, ancor più iconico e figurativo dello stesso film.
Già nei capitoli precedenti, che nella versione italiana prendono il nome di La Casa e La Casa 2, o l’ancor più remoto e amatoriale corto in 8mm Within the Woods, Ash aveva avuto a che fare con creature demoniache e ancestrali sbucate dal Necronomicon ( altro elemento fondamentale della trilogia ), ma è nell’Armata delle Tenebre che la sua straripante soggettività viene a galla, delineandone i caratteri.
Un antieroe comico e spavaldo, simbolico e distintivo ( fucile a canne mozze e motosega in alternativa alla mano destra ), i cui conflitti con l’oscuro costituiranno i perni dell’intrattenimento, nonché il fulcro della narrazione.
Caratterizzato da continui cambi di inquadratura, e da repentine riprese in prima persona, la pellicola si sofferma sul lato sanguinolento e crudo dello splatter, muovendosi, però, sul suo versante parodistico. E quindi si assiste a scene al limite del burlesco, che fagocitano e canzonano la violenza stessa, rendendola uno spettacolo grottesco e paradossale.

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