L'arcano incantatore
/ 19966.437 votiItalia, metà del Settecento. Giacomo, un seminarista archivista dello Stato Pontificio, riceve l'incarico di recarsi in un convento sugli Appennini, per sostituire uno scrivano morto in circostanze misteriose.
Stefania ha scritto questa trama
Titolo Originale: L'arcano incantatore
Attori principali: Carlo Cecchi, Stefano Dionisi, Arnaldo Ninchi, Andrea Scorzoni, Consuelo Ferrara, Vittorio Duse, Mario Erpichini, Patrizia Sacchi, Claudia Lawrence, Eliana Miglio, Michelangelo Pulci, Renzo Rinaldi, Massimo Sarchielli, Saverio Laganà, Clelia Bernacchi, Imelde Marani, Linda Gucciardo, Elena De Chirico, Mostra tutti
Regia: Pupi Avati
Sceneggiatura/Autore: Pupi Avati
Colonna sonora: Pino Donaggio
Fotografia: Cesare Bastelli
Costumi: Vittoria Guaita
Produttore: Aurelio De Laurentiis, Antonio Avati
Produzione: Italia
Genere: Thriller, Horror
Durata: 96 minuti
Dove vedere in streaming L'arcano incantatore
Dopo tredici anni dal suo ultimo horror(la casa dalle finestre che ridono) il regista bolognese non ha perso per nulla la sua abilità nel riproporre un provincialismo che inquieta e spaventa.
Come nel precedente film si sofferma di nuovo su un male di origine umana ma questa volta con un occhio di riguardo per l’esoterismo e il soprannaturale.
Gli ingredienti avatiani ci sono tutti, il desiderio di “superare” la morte, il conflitto scienza-fede, un ambiente intriso di paura e superstizione che inconsapevolmente apre le porte al male umano e al soprannaturale ma con un’atmosfera diversa, più angosciante, più cupa, più misteriosa che ti penetra fino alle ossa e ti lascia dentro quel senso d’inquietudine da cui non riesci più a liberarti.
Nessun mostro sanguinario, nessuna scena di splatter, l’orrore qui è creato unicamente dalla storia, dai rumori, dai suoni, persino dal silenzio.
L’esoterismo e il satanismo diventano qualcosa di sottilmente inquietante che s’infila sotto la tua pelle e non ti abbandona mai, nemmeno quando le luci si riaccendono.
Credo che lo sguardo della donna lampeggiante dietro l’enorme civetta affrescata sul muro, il canto delle converse scomparse, il verso del gufo dalla finestra, persino l’impercettibile tremolio delle candele mi terrano compagnia questa notte e le prossime a venire.
Un film inquietante.
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Come nei precedenti “La casa dalle finestre” che ridono e “Zeder”, la storia è incentrata su un uomo comune che indaga su qualcosa di misterioso per puro caso, rimanendone invischiato ma anche incuriosito al punto tale da non poter più fermarsi prima che la situazione precipiti.
Con quest’opera Avati realizza un film gotico anche nell’ambientazione sia fisica (un antico palazzo) sia temporale (la fine del ‘700, periodo i cui è nato il genere). Ancora una volta si tratta di un horror d’atmosfera, giocato sull’inquietudine e sul mistero, anche se il regista questa volta azzarda qualche scena più esplicita come le apparizioni nella biblioteca, bicchieri che volano e pipistrelli che si abbeverano in una ciotola colma di sangue.
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Per la terza volta consecutiva Avati mi sorprende con un ottimo Horror. Parto prevenuto aspettandomi un passo falso da parte di un regista che ho conosciuto principalmente per pellicole di ben altro indirizzo. Invece resto sempre piacevolmente sorpreso.
Pellicola giocata principalmente sulle atmosfere lugubri e funeree…con un sacco di ombre lunghe che si proiettano ovunque che trasmettono quel senso d’isolamento e tristezza.
Scenografie e paesaggi perfetti. Menzione d’onore per Carlo Cecchi…la sua voce m’incanta.
Se devo trovare un difetto direi l’audio in presa diretta…certi dialoghi risultano confusi e difficili da comprendere…specie per quanto riguarda Dionigi.
Un bel 6,5 ci sta tutto.
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Parte lento, si riprende verso la fine quando si comincia a capire un po’ la trama. Ottima fotografia però…. una trama più interessante e soprattutto più personaggi avrebbero arricchito di più questa pellicola.Comunque.. più che sufficiente:)