L'amore

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L'amore

L'amore è un film di Roberto Rossellini diviso in due episodi. Nel primo, Una voce umana (da un atto unico di Jean Cocteau), una donna parla al telefono con il suo amante. Nel secondo, Il miracolo, una contadina, Nannina, si imbatte in un pastore, che lei crede essere San Giuseppe. Nel 1949 Anna Magnani vinse il Nastro d'argento come Miglior Attrice Protagonista.
schizoidman ha scritto questa trama

Titolo Originale: L'amore
Attori principali: Anna Magnani, Federico Fellini, Lia Corelli,
Regia: Roberto Rossellini
Sceneggiatura/Autore: Tullio Pinelli, Roberto Rossellini
Colonna sonora: Renzo Rossellini
Fotografia: Aldo Tonti, Robert Juillard
Produttore: Roberto Rossellini
Produzione: Italia
Genere: Drammatico
Durata: 80 minuti

Dove vedere in streaming L'amore

15 Febbraio 2015 in L'amore

il primo episodio “la voce umana” non è strepitoso, di più. La protagonista si rivela in tutte le sue sfumature e davvero non sembra recitare, sembra “vivere”. Il secondo episodio invece lo trovo insopportabile e rovina in un certo senso il piacere della visione del primo.

Elogio alla Follia / 6 Giugno 2012 in L'amore

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

L’amore è un film in due episodi del 1948 diretto da Roberto Rossellini.

IL MIRACOLO
Nannina (Anna Magnani), una pastorella ingenua e religiosamente invasata, incontra sulle pendici della penisola sorrentina uno sconosciuto biondo e barbuto (Federico Fellini), che scambia per San Giuseppe. Approfittando del vino bevuto dalla donna, il vagabondo ne approfitta per metterla incinta durante il sonno di lei. Al risveglio Nannina non trova più nessuno accanto a sé, fatto che accresce in lei la sensazione del “miracolo”. Si avvede della gravidanza solo dopo essere svenuta in mezzo alle compaesane, davanti alle quali si giustifica affermando esser stata graziata dal Signore. Ovviamente non viene creduta e da quel momento diventa ancor più lo zimbello del paese, tra prese in giro crudeli e lanci di ortaggi ai suoi danni, come quando viene portata ironicamente in processione. Stanca ed amareggiata dai maltrattamenti, decide di lasciare il borgo per rifugiarsi nelle grotte circostanti. Dopo essere rimasta in isolamento per un tempo imprecisato, si accorge che il momento del parto è vicino: riparte quindi alla volta del paese in cerca di aiuto, percorrendo scaloni di pietra assolati con la sola compagnia di una capretta. Giunta alla chiesa non vi trova nessuno, ma riesce comunque ad entrarvi per dare alla luce la sua creatura.

Il soggetto di questo film è scritto da Fellini, che collaborerà con Rossellini in altri suoi film. Il film elogia la follia, è un’esaltazione alla semplicità e alla povertà di spirito. E’ un omaggio alla fede degli umili che credono nei miracoli.

Il film partecipa al Festival di Venezia nel 1948 e viene subito attaccato da tutti i lati sia dalla Democrazia cristiana, sia dal CCC (Centro Cattolico Cinematografico). Film indifendibile anche da un cattolico come Padre Morlion, quell’anno presente nella giuria del Festival, anche se egli avrebbe voluto difenderlo.
La cosa che viene maggiormente criticata a Rossellini è quella di aver fatto una blasfemia sul mistero cristiano del Natale.

Andreotti, sottosegretario e compagno di Morlion nel progetto di cristianizzazione del Neorealismo, cerca in ogni modo di salvare la situazione: pone all’inizio del film un cartello introduttivo, con una dichiarazione autoriale che serve per indirizzare alla lettura del film. Ma tutto questo non servirà a nulla perchè nel 1952 viene ordinato il blocco della proiezione del film insieme ad un altro film di Rossellini, Germania Anno Zero.

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