Anime romantico imprescindibile / 14 Luglio 2015 in Lady Oscar

Lady Oscar è una delle poche serie tv animate della mia infanzia che, rivista innumerevoli volte in seguito, in momenti anagraficamente diversi, non mi ha mai delusa, arricchendosi di visione in visione di nuove sfaccettature e affascinandomi sempre per l’eleganza delle forme, con menzione particolare per le musiche (partiture ricorrenti, ma funzionali a situazioni diverse).
Fondamentale il character design di Araki Shingo: senza tale caratterizzazione e lo studio di taluni dettagli (dall’irrequietezza delle chiome, al taglio degli occhi, passando per il taglio ricorrente degli abiti ed il dinamismo flessuoso dei corpi), per quel che mi riguarda la serie avrebbe perso quasi totalmente il proprio fascino. Narrativamente, androginia e destino di Oscar a parte, lo sfondo storico, da solo, non avrebbe incuriosito tanto gli spettatori, specie i più piccoli, se l’estetica del cartone animato non avesse trasudato uno strano esotismo e, a conti fatti, una riproducibilità abbastanza semplice.
Elementare nelle dinamiche, curiosamente la serie presenta interessanti chiaroscuri nella definizione di alcuni personaggi. In particolare, è bello assistere all’evoluzione ed alla crescita, non solo anagrafica, comunque romanzata ad uso e consumo della platea, della regina Maria Antonietta che, da ragazzina capricciosa, diventa donna dolente.
Indimenticabile vetta del romanticismo tv preadolescenziale.

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