11 Ottobre 2013 in Scarlatti, il thriller

L’inizio di Scarlatti ha un che di spielberghiano, con la sua cittadina di periferia immersa in un ambiente non ancora del tutto urbanizzato, i suoi piccoli protagonisti che vanno a zonzo in sella a sgargianti biciclette e un’avventura, dove il mystery la fa da padrone, da affrontare.
Un’atmosfera, quella iniziale, che scivola via via verso l’horror più classico, trasformandosi in una ghost-story tradizionale, anche se, paradossalmente, non è il mondo dei morti a costituire un pericolo per il nostro protagonista, bensì quello dei vivi; un pericolo reso ancor più subdolo e minaccioso perché indossa la maschera dell’amicizia e della familiarità, secondo un triste copione che la cronaca ci ha purtroppo insegnato a conoscere.

Recensione completa

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