La Mini-Me della Gerwig / 5 Marzo 2018 in Lady Bird
(Sette stelline e mezza)
Guardando Saoirse Ronan in Lady Bird, non ho potuto fare a meno di considerare l’attrice irlandese come una specie di Mini-Me di Greta Gerwig. Non solo perché la protagonista del primo film da regista della Gerwig è nata e cresciuta a Sacramento, come lei, e non solo perché i genitori di Lady Bird sono un’infermiera e un consulente finanziario, come i suoi.
La Ronan è esattamente il modellino della Gerwig, perlomeno di quella che ho conosciuto soprattutto attraverso i film di Noah Baumbach. La ricorda tanto nelle reazioni inaspettate ed esasperate, nei gesti, negli sguardi, nei voli pindarici e, soprattutto, nella originale bellezza, che a me è sempre sembrata un po’ punk.
Nonostante ciò, la Ronan non imita semplicemente la Gerwig e non le è solo somigliante: in questo film, ne è diventata la proiezione, anzi la eiezione, come se la regista avesse espulso un piccolo bolo con le sue sembianze e con quelli che immagino siano i suoi ricordi.
Lady Bird non è un film impeccabile, né particolarmente originale nei temi, ma è un buon film che si fa forza di una serie di ottimi attori e di un’accurata definizione dei personaggi e del contesto.
Si tratta di un film che fa sorridere con semplicità, soprattutto nella descrizione della scuola cattolica, dell’ingenua e sensibile amica della protagonista, delle reazioni dei singoli soggetti alle varie situazioni.
Il rapporto madre-figlia è il vero perno del racconto ed è sviscerato molto bene, con le sue strane contraddizioni, i detti e i non-detti, l’odio-amore folle che unisce e allontana la protagonista e la mamma ossessionata dal risparmio.

P.s. Complimenti per l’attenzione grammaticale e terminologica che c’è in ogni tuo scritto, non è per niente cosa scontata;)