Ladri di biciclette

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Ladri di biciclette

Roma, secondo dopoguerra. Un disoccupato trova lavoro come attacchino comunale, impiego che rende indispensabile il possesso di una bicicletta. Riscattata dal Monte di Pietà la propria, l'uomo se la vede rubare al primo giorno di lavoro e con essa la speranza di una vita più serena per sè e per la propria famiglia. Non si darà per vinto, intraprendendo una serrata caccia al ladro che acquisirà man mano connotazioni di riscatto da un'esistenza travagliata.
scimmiadigiada ha scritto questa trama

Titolo Originale: Ladri di biciclette
Attori principali: Lamberto Maggiorani, Enzo Staiola, Lianella Carell, Elena Altieri, Gino Saltamerenda, Giulio Chiari, Vittorio Antonucci, Michele Sakara, Carlo Jachino, Emma Druetti, Giulio Battiferri, Sergio Leone, Mario Meniconi, Checco Rissone, Peppino Spadaro, Nando Bruno, Eolo Capritti, Memmo Carotenuto, Umberto Spadaro, Fausto Guerzoni, Piero Heliczer, Massimo Randisi, Mostra tutti

Regia: Vittorio De Sica
Sceneggiatura/Autore: Vittorio De Sica, Cesare Zavattini, Suso Cecchi d'Amico, Oreste Biancoli, Adolfo Franci, Gerardo Guerrieri, Gherardo Gherardi
Colonna sonora: Alessandro Cicognini
Fotografia: Carlo Montuori
Produttore: Giuseppe Amato, Vittorio De Sica
Produzione: Italia
Genere: Drammatico
Durata: 89 minuti

Dove vedere in streaming Ladri di biciclette

Dramma della gente comune / 21 Aprile 2020 in Ladri di biciclette

Primo personale avvicinamento al Neorealismo cinematografico. Narrativa incalzante, disillusione marcata di una realtà tragica dove non vi è nè provvidenza nè destino nè lieto fine.

Piccolissima cronaca / 25 Settembre 2014 in Ladri di biciclette

Il neorealismo di De Sica dipinge la Roma del dopoguerra con tratti vivaci e grezzi, pescando tra la gente comune e non gli attori professionisti, eppure senza perdere un grammo di classe. “Il mio scopo è rintracciare il drammatico nelle situazioni quotidiane, il meraviglioso della piccola cronaca, anzi, della piccolissima cronaca”, disse er reggista de Sora. E proprio di piccolissima cronaca tratta questo bellissimo ritratto di popolino romanaccio, fatto di furtarelli e trattorie, messe dei poveri e monte dei pegni. E come tristemente spesso accade, pure un piccolissimo fatterello di cronaca rischia di rovinare una vita intera…

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E’ già stato detto tutto / 3 Gennaio 2014 in Ladri di biciclette

Un intramontabile

Ispirato / 23 Maggio 2013 in Ladri di biciclette

8 e mezzo.
In questo film Zavattini scrive sceneggiature che vogliono mostrare in modo il più possibile realistico
la Roma del dopoguerra.
Allo scopo vengono anche scelti solo attori presi dalla strada,
che però vennero sapientemente guidati dalla regia di un De Sica particolarmente ispirato.
Per farsi un’idea di cosa intendo:
“esiste un gustoso aneddoto sul come De Sica sia riuscito a far piangere il piccolo Staiola
nella scena finale del film.
Sembra difatti che il bambino non ne volesse sapere di piangere.
Il regista allora, di nascosto, mise delle cicche di sigaretta in una tasca della giacca del piccolo,
accusandolo poi, davanti a tutta la troupe, di essere un fumatore, un “ciccarolo”.
Staiola, dopo aver cercato invano di discolparsi, incalzato dalle accuse del regista e dalle risate della troupe,
venne preso da una crisi di nervi e scoppiò in un pianto a dirotto.”
Dovrebbe rendere bene l’idea di quanto la recitazione non fosse “spontanea”.

Questo film comunque, non esisterebbe senza Roma e i romani.
Anche le strade vuote e i rioni popolari appaiono belli in questo film,benché miseri.
Nella povertà assistiamo anche a scene di onestà e purezza di spirito.
Veniamo messi davanti a un tipo di solidarietà che al giorno d’oggi
sicuramente è diventato più raro, se ancora esiste.
Tutta la città è la vera protagonista del film.
Un ottimo modo per scoprire come eravamo.

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Vero Cinema / 19 Giugno 2012 in Ladri di biciclette

La storia di per se è piccola e insignificante, ma Zavattini credeva che partendo da una microstoria si poteva arrivare al racconto universale, ed proprio questo succede nel film, dopotutto è la storia di un padre che cerca di mantenere una dignità anche se il mondo gli crolla addosso. Le avventure di Antonio col figlio Bruno mostrano la realtà cruda di un’Italia che vuole rinascere ma continua a vivere in una miseria da cui è difficile uscire, dove anche lo Stato è assente e lascia il protagonista solo e disperato. La loro storia è caricata di pathos che coinvolge subito lo spettatore. La narrazione è chiusa nel linguaggio dei gesti e sguardi scambiati fra i due protagonisti, di chiara ispirazione chapliniana, ed è tenuta in tensione dagli effetti drammatici del furto della bici. Gli attori sono presi dalla strada ma, grazie alla maestria di De Sica nel dirigerli, danno delle interpretazioni memorabili, anche se è evidente l’uso frequente del doppiaggio. De Sica mette la macchina da presa all’altezza dei suoi personaggi, facendoci percepire i loro sogni, le passioni, il loro dolore, emozioni semplice ma autentiche. Il regista, a differenza di Rossellini, non mantiene le distanze dai suoi personaggi anzi, sentiamo il suo amore, la sua indignazione, la sua pietà verso di loro.

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