Film accondiscendente / 18 Febbraio 2020 in Un giorno come tanti
Con Un giorno come tanti, Jason Reitman tratteggia un nuovo ritratto famigliare in cui la figura femminile è preponderante.
Adele (Kate Winslet, in nomination ai Globes come attrice protagonista) è una donna dolce e piena di risorse, che, però, è minata da tristezza e depressione. L’incontro inaspettato e travolgente con Frank (Josh Brolin) cambia radicalmente la sua vita e quella di suo figlio, Henry (interpretato da tre attori diversi, fra cui Tobey Maguire).
Quel che accade nel film, una sorta di versione mélo di Ore disperate (quello di Wyler con Bogart o quello di Cimino con Rourke: è indifferente) è esageratamente concentrato. Tutto (accettazione, innamoramento, affezione, lezioni di vita) accade nel giro di pochi istanti. Posto che al cuor non si comanda, certe scelte narrative mi sono sembrate eccessive, cariche all’inverosimile di accondiscendenza nei confronti dei personaggi (e del pubblico), vedi il finale.
Certo è che la confezione è eccellente: Reitman dipinge un ritratto domestico “d’epoca” (la storia è ambientata nel 1987) molto credibile, con gradevoli piccoli dettagli d’ambiente. Bravi anche gli attori (anche se, a un certo punto, compare quello stoccafisso di Dylan Minnette), con cammei di J.K. Simmons, James Van Der Beek (un inutilmente sospettoso poliziotto: ecco cosa intendo quando dico che questo film è troppo concentrato) e Brooke Smith.